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VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

Virgilio: «Programma mai condiviso con noi. Conte spregiudicato»

Ma Soldo: «Guardiamo avanti, al vero accordo: sarà completo e approfondito»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

21 Dicembre 2022 - 09:40

Virgilio

Andrea Virgilio

CREMONA - «Siamo già andati avanti». Il segretario provinciale Vittore Soldo getta acqua sul fuoco delle polemiche nel Pd e probabilmente per il momento le spegne. Ma resta indigesto il modo in cui nel Pd si è arrivati a sottoscrivere il documento in cinque punti che fa da base all’accordo elettorale con i 5 Stelle. Spiega, infatti, il vice sindaco Andrea Virgilio: «Dell’intesa elettorale si è parlato fra l’altro in una segreteria provinciale convocata giovedì su altri temi. Abbiamo fatto riflessioni e valutazioni, ma senza vedere l’accordo, che ho potuto poi leggere in rete il giorno dopo. Prendo atto, quindi, che dei 5 punti dell’intesa sono venuto a conoscenza non all’interno degli organismi dirigenti del mio partito, ma sul sito dei 5 Stelle. È un tema che lascio ad altri valutare e giudicare».

Messo a punto ai tavoli congiunti che hanno visto confrontarsi a lungo Dem e pentastellati, il documento è stato approvato dagli attivisti 5 Stelle venerdì in una consultazione online con il 63,2%. Ma non è solo il modo usato per arrivare all’intesa che provoca mal di pancia nel Pd cremonese. Anche il contenuto ha suscitato perplessità. A partire dal capitolo dedicato alle Infrastrutture che contiene quello che sembra un no all’autostrada Cremona-Mantova. E dunque lunedì in Consiglio comunale il capogruppo di Forza Italia, Carlo Malvezzi, ha avuto la palla alzata per la schiacciata domandando polemicamente al vice sindaco se fosse contento di questo accordo siglato «sulla pelle dei cremonesi» in cui prevale la sfumatura di «rosso antico» e ricordando l’impegno del parlamentare del Pd Luciano Pizzetti per la realizzazione dell’autostrada.

Pizzetti sulle colonne de La Provincia ha spiegato: «Fossi io il candidato alla presidenza della Lombardia l’accordo con i 5 Stelle non lo farei, ma, ribadisco, ho fiducia in Majorino, che ha il mio appoggio». E Virgilio sottolinea: «L’accordo non è stato condiviso con noi, nonostante le interlocuzioni». Ai tavoli congiunti dove si è stilato il documento sedeva per il Pd anche il consigliere regionale cremasco Matteo Piloni. Dunque l’accusa sul metodo non può non chiamare in causa anche l’ex segretario provinciale Dem. Ma l’acqua sul fuoco gettata dal suo successore Soldo spinge da un lato Virgilio a non affondare il colpo e dall’altro Piloni ad un diplomatico «No comment».

Soldo dal canto suo conferma che il documento non è stato discusso in segreteria provinciale: «Conoscevamo i punti su cui si sviluppava. Non avevamo i dettagli del contenuto, ma sapevamo essere un documento che avrebbe avuto bisogno di un confronto successivo per la definizione del programma dettagliato. I tempi brevi intercorsi tra la raccolta delle istanze e la sintesi trovata nel documento non hanno consentito una condivisione estesa e compiuta ma il tema principale era verificare la disponibilità dei sostenitori dei 5 Stelle ad un’alleanza per le prossime regionali. Ma ormai siamo andati avanti. Un accordo sulla pelle dei cremonesi? No, questo era un pre-accordo. Ora il vero passaggio sarà la stesura del programma completo della coalizione che avrà dei focus dedicati proprio agli argomenti chiave, come ad esempio l’agricoltura che in Lombardia e a Cremona ha un peso rilevantissimo. Il documento di intesa non può essere considerato un programma perché troppo asciutto rispetto alle grandi complessità della Lombardia, le soluzioni che proporremo, hanno bisogno di essere approfondite e spiegate in modo opportuno».

Virgilio intanto in un post su Facebook punta il dito sul nuovo fronte: la candidatura di Pierfrancesco Majorino messa in discussione dal leader M5S Giuseppe Conte, secondo cui «adesso che abbiamo definito e votato il programma, all’ordine del giorno ci sarà anche la questione del nome». Scrive Virgilio: «La dignità è fondamentale in politica, perché racconta un modo di essere e di approcciarti alle cose. Il partito di Conte definisce un accordo con il Pd sulle regionali della Lombardia, un accordo oggetto di consultazione del solo elettorato 5 Stelle. Ora però Conte, incassato quell’accordo, mette in discussione la candidatura unitaria targata Pd. Non so se questa posizione cambierà nelle prossime ore, in questo gioco tutto tattico e senza grande sostanza è possibile. Ma quello che non cambia è la spregiudicatezza di un capo partito che va sopra a ogni cosa, che non rispetta i suoi potenziali alleati e che si fa gioco di un soggetto politico che nonostante le attuali difficoltà ha una classe dirigente locale diffusa, iscritti, militanti. Un leader che in due anni è passato da sovranista a ‘progressista’ facendo spallucce a tutto ciò che potrebbe riguardare la coerenza. Ci sono cose che vanno oltre l’esito di una campagna elettorale, una di queste è appunto la dignità di una comunità politica e priorità della sua classe dirigente dovrebbe essere quella di preservarla».

Per Majorino con il M5s «non c’è alcun problema, c’è un confronto in atto». E ha aggiunto: «Sono convinto che si troverà la sintesi più efficace. Non mi sono sentito sotto esame, da parte del M5s c’è un approccio costruttivo».

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