L'ANALISI
20 Dicembre 2022 - 05:30
Luciano Pizzetti, Pierfrancesco Majorino e Palazzo Lombardia
CREMONA - Non è più in parlamento, ma è sempre una delle voci più ascoltate del Pd provinciale e non solo. Luciano Pizzetti, dice la sua sull’alleanza Pd-Cinque Stelle, in vista delle Regionali del 12 e 13 febbraio prossimo. E lo fa senza giri di parole.
«La chiarezza è la migliore amica di questa intesa. Io sostengo il candidato governatore Pierfrancesco Majorino, ma sono stato anche l’unico parlamentare del Pd che non votò la fiducia al governo Conte 2. Fossi io il candidato alla presidenza della Lombardia l’accordo con i Cinque Stelle non lo farei, ma, ribadisco, ho fiducia in Majorino, che ha il mio appoggio».
Per Pizzetti la base di partenza deve essere un limpido programma elettorale, che definisca nel dettaglio cosa e come. «Mi auguro, ma non posso ovviamente saperlo, che dopo 28 anni di governo del centrodestra le cose in Lombardia possano cambiare. Ça va sans dire, faccio i miei migliori auguri a Majorino. L’idea di battere il centro destra non può essere l’unico motore. Occorre che sia implementata da condivisioni sul piano contenutistico e programmatico. Se non c’è questa solida base diventa tutto molto complicato: le difficoltà le abbiamo sperimentate appunto con il governo Conte 2 e nel Lazio, dove si è rotta la coalizione e ora la Regione va al voto. In entrambe le situazioni l’alleanza non ha prodotto frutti, per cui occorre che sul piano dei contenuti qui le cose siano chiare da subito».
Rispetto al blocco granitico del centrodestra, dagli anni Novanta ad oggi, in Lombardia stavolta c’è una differenza sostanziale: lo schieramento di governo si è diviso. «La domanda di cambiamento è diffusa e bisogna cogliere l’attimo – prosegue l’ex parlamentare –: sono molti coloro che hanno dubbi tra il sostegno a Fontana o alla Moratti».
Entrando nel concreto dell’intesa tra Pd e Cinque Stelle, secondo Pizzetti si può partire dai fattori comuni, che ci sono. «Ad esempio, il nuovo ospedale di Cremona. Il punto di criticità degli ultimi anni in Lombardia è stata la Sanità del territorio. Siccome noi vogliamo innovare come innestiamo un Dea di secondo livello sulla sanità territoriale? Penso che questo fattore, legato appunto alla necessità di cambiare la gestione della Salute in Lombardia, sia un punto comune che vada valorizzato».
Tra le grandi differenze di vedute a livello provinciale c’è invece l’autostrada Cremona Mantova, con i Cinque Stelle da sempre contrari, mentre il Pd si è più volte espresso in maniera favorevole.
Pizzetti la prende larga. «Per quanto riguarda la mobilità e i collegamenti viabilistici, resto convinto che sia centrale la dorsale ferroviaria e stradale padana. Sul raddoppio dei binari tra Mantova-Cremona e Codogno c’è un investimento importante, che è partito. A livello stradale il completamento del raddoppio della Paullese tra Milano e Crema è in corso, poi c’è il buco tra la città sul fiume Serio e Cremona che va preso in considerazione. Infine, la Cremona-Mantova: è indispensabile, io sono favorevole a un raddoppio modello Paullese, dunque tramite finanziamenti statali. Se, invece, come temo, questi fondi non ci saranno, l’idea vincente proposta dal centrosinistra è quella dell’autostrada. Da qui si deve partire. Tra Cremona e Mantova ci deve essere un’arteria a scorrimento veloce. Fare una cosa abborracciata, ovvero il rifacimento in sede con parecchie circonvallazioni, con altrettanto consumo del territorio rispetto alla costruzione ex novo, è una soluzione debolissima. Occorre che su questo, da parte dei Cinque Stelle ci sia chiarezza. Io chiedo che l’alleanza tra Pd e Movimento ribadisca l’importanza di quest’opera».
Altro punto cruciale il futuro del termovalorizzatore di Cremona: «L’impianto ha un tempo di vita – prosegue Pizzetti –: ci sono ancora sei-sette anni, poi bisognerà intervenire. Il punto nodale è come gestire l’insieme della partita rifiuti, a fronte di risultati importanti che le amministrazioni comunali stanno ottenendo con la differenziata, e capire se c’è un’opzione migliore. Io non sono innamorato del termovalorizzatore, non ritengo opportuno avere posizioni ideologiche, ma riconosco che ha svolto una funzione importante, ambientale e nella gestione dei rifiuti. Mi chiedo inoltre: c’è davvero un modello di gestione migliore? Sono dieci anni che ci si pone il problema di chiuderlo, ma non si è mai riusciti a farlo, in quanto non è ancora stata trovata un’alternativa valida. Bisogna agire con pragmatismo, tenendo conto del fattore ambientale, unito alla gestione della raccolta rifiuti e ai costi a carico dei cittadini».
Differenze importanti tra Pd e Movimento esistono anche sui temi agricoli e zootecnici. Nel documento dell’accordo si legge «qualora gli effetti del cambiamento climatico e i periodi siccitosi dovessero intensificarsi, la Regione deve essere pronta ad adottare ogni strategia per ridurre il consumo di acqua del settore agricolo». «Siamo in presenza di cambiamenti climatici, è evidente che il mondo agricolo e zootecnico avranno delle difficoltà. Il cambiamento sarà inevitabile e gli imprenditori cremonesi lo sanno bene. Penso che nell’immediato occorra far sì che la crisi idrica non diventi una crisi totale del settore primario. Sfruttiamo il Po dal punto di vista turistico e paesaggistico, per il trasporto merci oggi non ha molto senso. Bacinizzare il fiume, evitando la risalita salina, è una strada da valutare. Nei momenti di abbondanza consentirà di trattenere l’acqua che servirà all’irrigazione».
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