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Fiere Zootecniche Internazionali. La Fiera va da Mondini: «Un esempio per tutti»

Il presidente di CremonaFiere Biloni in visita alla Cascina Cantarane di Castelverde. Ricordi e un brindisi alla manifestazione che prende il via oggi. «Piero è la nostra storia»

Andrea Gandolfi

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agandolfi@laprovinciacr.it

01 Dicembre 2022 - 08:19

Fiere Zootecniche Internazionali. La Fiera va da Mondini: «Un esempio per tutti»

Il brindisi di Piero Mondini con il presidente Roberto Biloni

CREMONA - L’anno scorso era stato il vero, grande protagonista del taglio del nastro delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, condividendo — se non addirittura ‘rubando’ — la scena all’allora ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli. E anche se oggi, a meno di un mese dal traguardo dei cent’anni, non potrà essere della partita, sarà una presenza ideale ma ugualmente importante quella di Piero Mondini, storico allevatore cremonese che ha ‘firmato’ tante pagine dello sviluppo del territorio ed è stato tra i principali fondatori e ‘padri nobili’ della Fiera. Una convinzione diffusa, testimoniata dalla visita di ieri mattina presso la residenza e azienda di Mondini (Cascina Cantarane di Castelverde) del presidente di CremonaFiere Roberto Biloni.

La foto scattata il 26 novembre 2021: Piero Mondini e Stefano Patuanelli tagliano il nastro delle Fiere Zootecniche Internazionali


«Un omaggio sentito e dovuto — ha spiegato Biloni — perché Piero Mondini è la storia di questa Fiera che ci ha resi giustamente famosi nel mondo; rappresentando anche un fondamentale vettore di sviluppo e successo per la zootecnia cremonese e più in generale per il settore primario. Quella dell’anno scorso insieme al ministro Patuanelli è stata una presenza di alto valore simbolico, ed oggi sono qui per ribadire quel valore ed il legame indissolubile anche in termini di riconoscenza che ci lega a Mondini». L’occasione per un brindisi beneaugurante e per un bilancio sicuramente positivo di tanti anni di lavoro, ma anche il momento per un ricordo commosso di Peppo Quaini, allevatore cremonese dal consolidato rilievo internazionale scomparso prematuramente lo scorso aprile, dopo una vita di successi professionali che lo collocano tra i più premiati imprenditori anche della rassegna cremonese.

«La mancanza di Giuseppe Quaini, caro amico e compagno di lavoro e di impegno comune nell’ex Associazione Provinciale Allevatori che ho guidato per trent’anni, vela di tristezza una giornata così importante come quella che vede un nuovo debutto della nostra Fiera», commenta Mondini. «Peppo manca a tutti noi, in Italia e all’estero dove pure aveva tanti amici tra gli appassionati di questo mestiere. Ci sentiamo però confortati dalla grande eredità umana e professionale che ha lasciato, e che i suoi figli mantengono viva». Un ricordo spontaneo e naturale, perché nel corso dei decenni attorno alla Fiera si è costruita una comunità non solo professionale di storie di impresa, ma anche di amicizia e di affetti. Per molti, una sorta di grande famiglia che si è unita, diventandone parte, alla storia della città e del territorio. Storia della quale Mondini è stato tra i protagonisti più impegnati e conosciuti in diversi ambiti della vita economica e civile. Così, nell’incontro con Biloni, l’ex presidente della Camera di Commercio e dello stesso Ente Fiera ha ripercorso con passione e lucidità la grande scommessa nata su sollecitazione di Mario Ferrari Aggradi (per tre volte ministro dell’agricoltura tra il 1958 ed il 1974) che in una visita a Cremona aveva suggerito di trovare una sistemazione più adeguata rispetto all’ex Foro Boario per il mercato e l’esposizione del bestiame, in anni segnati peraltro anche da significativi problemi di sanità animale.

«Costruire, con fatica ed uno straordinario gioco di squadra collettivo, il lungo percorso che ha dato vita alla sede della Fiera, è stato anche il mezzo per avviare un profondo risanamento del patrimonio zootecnico, sviluppando un approccio e modalità di gestione sempre più attenti agli aspetti qualitativi, alla nutrizione, al benessere animale, alla salubrità dei prodotti». Strategia che fin da allora aveva iniziato a declinare nell’attività quotidiana un cammino nel segno della sostenibilità e — naturalmente — della qualità. Una lunga avventura. Nella quale gli enti locali — a partire dal Comune — e figure storiche di tutti gli ambiti (dal sindaco Vincenco Vernaschi all’assessore regionale Ernesto Vercesi, da Gino Villa al presidente della Libera Angelo Duchi, da Augusto Pizzamiglio a Palmiro Villa e Giuseppe Mainardi) hanno inseguito caparbiamente insieme a Mondini il sogno di una Fiera apparsa in molti anni e situazioni un’impresa quasi impossibile. Con l’ardua ricerca dei finanziamenti sull’asse Milano-Roma-Bruxelles, i problemi burocratici, le difficoltà che avrebbero forse scoraggiato chi non fosse stato certo di giocare una partita decisiva per tanta parte del futuro delle generazioni a venire.

Piero Mondini con il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (allora sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali) e Riccardo Crotti, presidente della Libera Agricoltori e di Confagricoltura Lombardia durante la visita a Cascina Cantarane del 28 maggio 2021

Per i ‘padri fondatori’ della Fiera e per le istituzioni che li affiancavano non è stato così. «Hanno messo in moto un meccanismo di sviluppo che ci ha resi leader all’attenzione del mondo», ha sottolineato Biloni. Come un ‘gigante’ fondato sulla roccia, più forte di problemi e avversità anche recenti, e che da oggi a sabato vedrà al lavoro in Fiera la quarta generazione di allevatori. Orgogliosi interpreti e portabandiera di una tradizione che Piero Mondini ha seminato e accudito per decenni; oggi ancora pronta a dire la sua e ad accreditarsi come una tappa ineludibile per gli esponenti di governo, come dimostra la partecipazione al taglio del nastro del ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Un traguardo raggiunto nel tempo. E se proprio l’ex sindaco (e senatore) Vincenzo Vernaschi aveva consegnato a una battuta divenuta celebre l’immagine di una certa lentezza decisionale («I cremonesi sono dei ruminanti»), va pure detto che i presunti ruminanti hanno dimostrato di sapere il fatto loro. Compresi — naturalmente — quelli veri, che animeranno l’asta e le mostre zootecniche.

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