L'ANALISI
25 Novembre 2022 - 16:01
Gaia Randazzo e il traghetto dal quale è scomparsa
PADERNO - I genitori di Gaia Randazzo, la ventenne sparita l’11 novembre mentre era a bordo dalla nave della compagnia Gnv partita da Genova e diretta a Palermo, non credono che la figlia si sia tolta la vita lanciandosi in mare e chiedono supplementi di indagine. Si sono così rivolti agli avvocati palermitani Aldo Ruffino e Paolo Grillo. «Dalla stampa si è appreso che l’ipotesi investigativa privilegiata sarebbe quella del suicidio – spiegano gli avvocati – ma Rocco e Angela Randazzo ritengono che questa pista non sia l’unica da approfondire perché Gaia non aveva mai manifestato alcun proposito del genere e la sera della partenza, poco prima di salire a bordo della nave, ha inviato ai familiari un messaggio vocale nel quale appariva serena».
Come già raccontato dal fratello Giacomo, Gaia aveva anche tanti progetti per il futuro «del tutto incompatibili con un proposito suicida». Quanto alla relazione sentimentale, i familiari sostengono che sarebbe stata proprio lei a decidere di interromperla. Da qui l’appello della famiglia della giovane, originaria di Cinisi ma residente ad Acqualunga Badona: chiedono informazioni a quanti erano bordo del traghetto e potrebbero avere visto Gaia durante la navigazione, da sola o in compagnia. I legali sono convinti che la diversificazione delle piste investigative sia di fondamentale importanza per ritrovare la ragazza e ricostruire quanto accaduto durante quella notte, al fine di accertare se la sua scomparsa sia da attribuire ad una tragica fatalità oppure alla eventuale responsabilità di terzi. Intanto martedì saranno eseguiti accertamenti irripetibili sul telefono cellulare di Gaia.
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