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IL GIALLO DEL TRAGHETTO

La scomparsa di Gaia, la chiave nel cellulare

Periti al lavoro per individuare il momento in cui la ventenne ha digitato l’ultimo messaggio

Elisa Calamari

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17 Novembre 2022 - 10:08

La scomparsa di Gaia, la chiave nel cellulare

PADERNO PONCHIELLI - Sono in un vicolo cieco le ricerche della 20enne di Paderno Gaia Randazzo, scomparsa venerdì scorso dal traghetto in navigazione tra Genova a Palermo. Lei e il fratello 16enne si trovavano sulla nave La Superba della compagnia Gnv, diretti nel capoluogo siciliano e da lì a Cinisi, dove li attendevano alcuni familiari per una vacanza. L’ipotesi più probabile è che la ragazza sia caduta in mare, forse buttandosi volontariamente in seguito ad una delusione d’amore. All’ipotesi suicidio, però, non crede la famiglia: il fratello Giacomo, nei giorni scorsi, ha infatti riferito che Gaia, fresca di diploma da estetista, stava cercando lavoro e aveva recentemente sistemato il curriculum. Era anche intenzionata a prendere la patente di guida. Progettava il suo futuro, quindi. E non sembrava affatto depressa.


Per riuscire ad individuare con maggiore precisione il tratto in cui la giovane potrebbe essere finita in acqua, la Procura di Palermo ha disposto una perizia sul suo telefono cellulare, ritrovato sulla panchina di un ponte della nave insieme ad una felpa. La 20enne avrebbe mandato un messaggio all’ex fidanzato (partito solo molte ore dopo per assenza di campo) prima di sparire. Stando a quanto è stato possibile apprendere, il testo digitato sarebbe molto breve: «Ti amo. Addio». Dall’orario in cui il messaggio è stato scritto, senza però che il telefono riuscisse ad agganciare una cella visto che la nave si trovava in mezzo al mare, gli investigatori sperano di individuare il momento preciso della possibile caduta in acqua e quindi il tratto in cui il traghetto stava navigando. Ciò permetterebbe di concentrare le ricerche, via cielo e via mare.

Per potere esaminare il cellulare è stato, come già riferito, aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti. Un atto dovuto. A coordinare le indagini sono il procuratore aggiunto Ennio Petrigni ed il sostituto procuratore Ludovica D’Alessio. Le primissime ricerche a bordo della nave, dopo l’allarme lanciato dal fratello minore, avevano coinvolto vigili del fuoco, polizia, capitaneria di porto e carabinieri di Palermo, intervenuti anche con l’ausilio delle unità cinofile. La Guardia costiera toscana, invece, ha concentrato le ricerche all’altezza di Livorno, anche attraverso un velivolo che ha sorvolato la zona.

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