L'ANALISI
15 Novembre 2022 - 18:31
PADERNO - Continuano le indagini sulla scomparsa della 20enne Gaia Randazzo, svanita nel nulla venerdì notte mentre era in viaggio da Genova a Palermo col fratello di 16 anni, sulla nave La Superba della compagnia Gnv. Per riuscire ad individuare con maggiore precisione il tratto in cui la giovane potrebbe essere finita in acqua, la Procura di Palermo ha chiesto un esame approfondito del suo telefono cellulare: dall’orario in cui Gaia ha scritto e inviato il messaggio rimasto bloccato per assenza di campo, infatti, gli investigatori sperano di individuare il momento dell’eventuale caduta in mare e dunque il tratto in cui concentrare le ricerche.
Anche se considerando il tracciato dell’imbarcazione, si suppone che tutto possa essere avvenuto tra Livorno e l’arcipelago toscano. Proprio per potere esaminare ulteriormente i tabulati del telefono è stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti. Un atto dovuto e senza indagati, quindi, legato agli ulteriori accertamenti investigativi in corso. Proprio il cellulare, ritrovato su una panchina di uno dei ponti del traghetto insieme ad una felpa, avrebbe nel frattempo permesso di risalire allo scarno messaggio scritto dalla ragazza. Che sarebbe: «Ti amo, addio». A coordinare le indagini sono il procuratore aggiunto Ennio Petrigni ed il sostituto procuratore Ludovica D’Alessio.
Intanto ai microfoni della trasmissione Rai La vita in diretta, che ieri ha dedicato ampio spazio al caso dopo le testimonianze raccolte fra Paderno ed Acqualunga Badona dove risiede la famiglia Randazzo, il fratello Giacomo ha escluso il suicidio. Sottolineando che Gaia non soffriva di depressione e ipotizzando l’intervento di eventuali malintenzionati. La giovane era diretta a Cinisi dove vivono i parenti. A lanciare l’allarme è stato il fratello minore che viaggiava con lei, quando al risveglio non l’ha trovata in cabina.
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