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L'INCHESTA «DOPPIO CLICK»

«Nella rete di Melega i colossi editoriali»

L’imprenditore accusato di truffa ai clienti attraverso sottocosto e marashopping. Mai pagate le campagne pubblicitarie passate in tv, alla radio e sulle riviste

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

03 Novembre 2022 - 20:45

«Nella rete di Melega i colossi editoriali»

L'imprenditore Marco Melega

CREMONA - Di lui Wikipedia racconta l’attività discografica e quella pubblicitaria, la carriera artistica e l’invenzione della «moneta complementare». E molto altro ancora. Villa con piscina a Padenghe sul Garda, belle auto, bella vita: un imprenditore di successo, Marco Melega, natali a Cremona, 50 anni compiuti il 15 gennaio scorso. Un truffatore, per la Procura. Melega avrebbe «tirato il pacco» a clienti in tutta Italia, gente con partita Iva che ha acquistato prodotti tecnologici su sottocosto.online e marashopping.it, siti e-commerce secondo le Fiamme Gialle ideati proprio da Melega. Peccato che i prodotti non siano mai arrivati. Ma «il pacco», l’imprenditore cremonese lo avrebbe tirato anche ai più importanti gruppi editoriali — Mediaset, Cairo, 24 Ore — che attraverso radio, tv e riviste hanno lanciato le campagne pubblicitarie di sottocosto e marashopping senza essere pagati.


Sono cifre in alcuni casi da capogiro quelle riversate ieri nel verbale della quarta udienza del processo nei confronti di Melega, il 16 luglio del 2019 arrestato nell’ambito della maxi indagine ‘Doppio Click’ della Guardia di Finanza, finito in carcere, poi agli arresti domiciliari, quindi di nuovo in carcere da agosto a gennaio 2020, infine libero. Arrestato, a luglio, insieme al suo stretto collaboratore Cristiano Visigalli che si è preso le sue responsabilità, ha scaricato su Melega e ha già patteggiato in udienza preliminare. Sottocosto.online era un sito agganciato alla Promotional Trade srl, marashopping alla Domac srl. Le due srl fanno parte della galassia di società svuotate, chiuse, fallite. Società a volte con a capo dei prestanome, ma «tutte riconducibili a Melega», secondo la Guardia di Finanza.


Marco Melega: nome e cognome che ai manager dei colossi editoriali non dice nulla. Perché i rapporti commerciali i funzionari li hanno avuti con un tale Michele Rossi, referente di sottocosto, o con un tale Mauro Galli, referente di marashopping, sempre via mail o al telefono. Ma Rossi e Galli non esistono: sono nomi di fantasia. Sono storie fotocopia quelle raccontate ieri in aula dai testi del pm Chiara Treballi. Con il «fantomatico» Rossi ha avuto a che fare Fausto Amorese, direttore commerciale di Radio 24Ore System, la concessionaria di pubblicità del Gruppo24. Nel 2019, due finanzieri si sono presentati in via Monterosa a Milano, nella sede del Sole 24Ore.

«Mi hanno chiesto informazioni su due società che avevano fatto pubblicità sui nostri siti e su quelli per cui abbiamo le concessioni», ha raccontato Amorese. Il primo caso riguarda la campagna pubblicitaria per sottocosto.online su radio e web, campagna cominciata il 17 giugno 2018, finita il 26 settembre 2019. «Ci interfacciavamo con Michele Rossi solo attraverso mail. A metà campagna ho richiesto ai miei agenti commerciali di incontrarlo di persona». Inutile. «C’era un mai e un numero di telefonino: 347 4824751. Il pagamento era a 90 giorni. Dopo la prima fattura non pagata, abbiamo bloccato». Intanto, la campagna pubblicitaria era partita.

«L’ ammontare complessivo del nostro credito è di 474.992, 37 euro mai pagati, neanche un acconto. Al centralino di Radio24 sono arrivate le lamentele dei clienti. Ne ricordo una ventina. Noi abbiamo un pubblico molto attento, si fidava. Anche noi ci siamo sentiti coinvolti». Chiuso il rapporto con Promotional Trade, il Gruppo Radio 24 lo ha aperto con un «nuovo cliente»: la Domac srl. «I rapporti iniziano il 14 dicembre 2018, era un cliente nuovo. L’agente di zona si interfacciava con Mauro Galli», ha continuato Amorese. Le campagne pubblicitarie di marashopping sono passate su Radio24, Radio Kiss Kisse «e su una serie di siti che abbiamo in concessione. Il caso di Domac è simile a quello di Promotional Trade. Come con il «fantomatico» Rossi, anche con il «fantomatico Galli» i rapporti erano sempre via mail, ma «c’era anche un numero di cellulare: 347-4824751». Per Domac, «il Gruppo 24 ha emesso fattura per 264 mila euro. Ad oggi nulla è stato pagato».


Con il «fantomatico» Mauro Galli hanno avuto a che fare anche Luigi Tabanelli, funzionario commerciale di Publitalia80 che vende spazi commerciali per Mediaset nell’area dell’Emilia Romagna, e Roberta Tanzi del Gruppo. Fu Galli a contattarli. «C’è un ufficio preposto alla verifica anche sulla salute fiscale dell’azienda che ci chiede la pubblicità», ha spiegato Tabanelli. Sulla carta, Domac srl era a posto. Galli voleva pubblicizzare marashopping in tv. «Pagamento a 90 giorni. La prima campagna pubblicitaria partì a gennaio del 2019, i rapporti vennero bloccati a febbraio perché non avevano pagato. Lamentele dei clienti? Me le ricordo. Non arrivarono direttamente a me, ma suoi social: gente che aveva comprato, ma non era arrivato il prodotto».

Roberta Tanzi ha avuto a che fare con il «fantomatico» Galli per il passaggio di marashopping.it su Radio 105, R101, Radio Montecarlo. «I contatti erano via mail, ma ci sentivamo anche al telefono. Non l’ho mai incontrato, gliel’ho chiesto più volte, lo invitai anche ad una serata di Pr». Ma Galli svicolava: «Ci vedremo in un’altra occasione, non riesco». Con il «fantomatico» Galli ha avuto a che fare Federico Padovani, manager che si occupa di pubblicità per la Cairo Rcs. «Sono responsabile de La7, area Emilia Romagna — ha precisato —. Ricordo tra i clienti la Domac».

Dicembre 2018. «Il contatto lo avevo con Galli. Ci sapeva fare, manteneva anche un po’ di trattativa». Marashopping.it non passò solo in tv, ma anche sulle riviste Diva e Donna, For Man Magazine, Di Più: «120 mila euro in tutto. Il pagamento era a 30-60-90 giorni. Non ha pagato. Dopo la prima campagna pubblicitaria per dicembre-gennaio, Galli me ne ha chiesta una per marzo. Stavolta gli ho chiesto il pagamento anticipato. Ogni tanto l’ho chiamato, volevo incontrarlo, ha sempre svicolato». Da allora, «di lui ho perso le tracce, non ho più avuto contatti». In aula si tornerà il 23 novembre.

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