L'ANALISI
30 Ottobre 2022 - 09:37
Giorgio Pagliari e l'Hotel del Golfo di Finalpia
CREMA - Giorgio Pagliari, presidente della Fondazione Finalpia ha inviato alla stampa locale una lunga nota nella quale si dice rammaricato del resoconto del nostro giornale relativamente alle sue comunicazioni ai capigruppo in consiglio comunale sul futuro dell’ex colonia marina.
di GIORGIO PAGLIARI*
"Che strana città Crema, ci sono nato e cresciuto, credo di aver dato molto anche quando ho fatto il presidente della municipalizzata, io questa città la amo come pure il team di persone che stanno impegnandosi in modo disinteressato. L’anno scorso sono stato chiamato dalla allora sindaca Stefania Bonaldi insieme ad altri consiglieri a trovare una soluzione ad un problema che da molti anni è alla attenzione dei cittadini, la ex Colonia di Finalpia. Questo cda si è messo in gioco ha lavorato e faticato per mettere in sicurezza il patrimonio che diversamente poteva essere pignorato e messo all’asta. Questo cda ha
fatto un lavoro importante, in modo trasparente lo illustrato e spiegato anche alla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale, senza tralasciare nulla se non gli aspetti riservati delle trattive. Abbiamo illustrato la situazione debitoria, le difficoltà, le possibili opportunità, l’ipotesi di vendita del patrimonio, la fondazione che presiedo ha risposto per più di un ora alle domande. Dicendo anche che se il bene è della città dovrebbero tutti maggioranza e opposizione cercare di trovare le soluzioni, ho spiegato che il patrimonio al momento è stato messo in sicurezza e che la situazione debitoria, dovuta al fallimento dei precedenti gestori e poi il fermo per Covid potrebbe essere ripianata nell’arco di 6/8 anni. La funzione sociale di questo patrimonio al momento è nulla vista la situazione debitoria, un modo per poter riavere e rimettere in città le risorse derivate, rimane quella di vendere questo bene al prezzo intorno ai 10 milioni e così stiamo provando. Abbiamo anche pensato a un nuovo statuto coerente con le norme del terzo settore e che da ente gestore della servizio si diventi un ente di beneficenza. Poi leggo cosa dicono i giornali, che inventano titoloni, che raccolgono le varie opinioni dei leader delle opposizioni, rimango sconcertato, tutti a giudicare e criticare, titolare con «grida» nessuno di noi ha mai detto che svenderemo a 6 milioni questo bene, mi chiedo a chi giova, se un gruppo di cittadini si mette all’opera per salvaguardare un patrimonio della città e la risposta è pura polemica mi rattrista, questo cda non ha ambizioni e nessun interesse personale. Non avete idea la fatica, l’impegno, il tempo dedicato i costi che stiamo sostenendo, per vostra informazione, non siamo pagati e neppure lo vogliamo. Qui mi fermo ma sono un po’ deluso, mi verrebbe da dire... andate avanti voi perché a me viene da ridere. Vi rassicuro che questo cda insieme alle persone che stanno collaborando, darà il meglio per contribuire alla risoluzione del «problema Finalpia» continuando con l’impegno che ha profuso in questi mesi".
*Presidente Fondazione Finalpia
Dalle pagine de La Provincia di Cremona e Crema, il vicedirettore Paolo Gualandris risponde al presidente Pagliari. "Lei ha
proprio ragione, gentile dottor Pagliari. Crema è una città davvero strana se il presidente di nomina politica di una Fondazione che gestisce un patrimonio pubblico si sente autorizzato a puntare l’indice contro i giornali - ma che dico? contro il nostro giornale, inutile girarci intorno - che si permettono «addirittura» di fare il loro lavoro, vale a dire raccontare i fatti e - peccato mortale! - perfino di pubblicare il parere delle opposizioni. Che, detto tra noi, le hanno imputato un atteggiamento un po’ troppo supponente nei loro riguardi. Qualcuno ha addirittura sussurrato un «da marchese del Grillo», per intenderci, ma questo ce lo eravamo tenuto per noi. Se lei, caro Pagliari, non limitandosi ai «titoloni», avesse tempo e voglia di leggersi senza pregiudizi e fino in fondo quel resoconto, si accorgerebbe che non sono mai state messe in dubbio serietà, professionalità e senso civico suo e dei membri del Cda della Fondazione. Semmai è vero il contrario: raccontando giorno dopo giorno, fatto dopo fatto, l’evolversi della situazione dell’ex colonia dei cremaschi, sottolineiamo il vostro impegno. Si accorgerebbe, sempre leggendo senza paraocchi, anche che ci siamo guardati bene dall’attribuirle l’intenzione di svendere l’hotel di Finalpia: abbiamo riportato con la dovuta evidenza un fatto assolutamente vero (ancorché a lei sgradito), e cioè che sul piatto al momento c’è solo un’offerta che porterebbe nelle casse pubbliche sei milioni di euro per un bene valutato dieci. Ci smentisca se può, le garantiamo un «titolone».
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