L'ANALISI
28 Ottobre 2022 - 05:10
CREMA - Un’ora e mezza con i capigruppo in consiglio comunale per confermare quanto da noi anticipato nei giorni scorsi: la modifica dello statuto e la volontà di rimettere in vendita l’Hotel del Golf di Finalpia, un tempo colonia marina cremasca. È stato questo l’esito della riunione alla quale è intervenuto il presidente della Fondazione Finalpia, Giorgio Pagliari, insieme al membro del Cda Alessandra Ginelli, per rispondere all’invito degli stessi consiglieri, desiderosi di conoscere lo stato dell’arte riguardo al resort. Insieme al sindaco Fabio Bergamaschi, tra i capigruppo erano presenti Paolo Nicardi per Crema Lab, Simone Beretta per Crema non è uno slogan, Maurizio Borghetti per la Lista Borghetti Sindaco, Giovanni De Grazia per Fratelli d’Italiia, Andrea Bergamaschini per la Lega e Laura Zanibelli per Forza Italia. Non c'erano Manuela Piloni del Pd sostituta da Danilo Savaré, Walter Della Frera di Crema Bene Comune, sostituto da Francesco Lopopolo e Matteo Gramignoli di Crema al C’entro e Teresa Caso di Crema Aperta.
Per l’operazione
è necessario
modificare l’articolo 2
dello statuto
della Fondazione
che diventerà
ente benefico.
Pagliari è partito dalla necessità di modificare l’articolo 2 dello statuto della Fondazione, quello riguardante gli scopi istituzionali. Dopo la correzione apportata due anni fa per l’ingresso nel Terzo settore, l’articolo dice che «La fondazione è soggetto giuridico senza finalità di lucro e persegue esclusivamente fini di solidarietà sociale». La modifica la porterà a diventare un ente benefico, cosa che serve per indirizzare poi i proventi della vendita. Che sarà il passo successivo. Pagliari non ha fornito dettagli, ma già ci sarebbe un’offerta di poco superiore ai sei milioni di euro, al netto dei diritti di agenzia del 10%. Una cifra di molto inferiore al valore stimato di 10 milioni, ma che tiene conto della presenza di un gestore, che è Hyma, che ha firmato un contratto di affitto della durata di sei anni rinnovabile per altri sei.
Hyma gode del diritto di prelazione sull’acquisto, ma difficilmente lo eserciterà. Altrimenti che senso avrebbe affidarsi per la vendita a una società di primo livello, come è stata definita. «Non posso non aprire le mie considerazioni – ha commentato il sindaco – se non con un ringraziamento a un Cda che ha messo in sicurezza un patrimonio importante della città. In questo modo, avremo un punto di appoggio su cui fondare i ragionamenti per il futuro. Lo stesso Cda e la politica cittadina sono chiamati, in un equilibrio possibile e necessario tra l’autonomia decisionale della Fondazione e gli indirizzi e le aspirazioni della nostra comunità e dei suoi rappresentanti eletti».
Fabio Bergamaschi
Da oltre
un decennio
la finalità sociale dell’immobile
è assente:
non produce valore aggiunto
per i cittadini.
Bergamaschi ha ricordato come l’Hotel del Golfo non abbia portato nessun beneficio finora a cremaschi: «Da oltre un decennio la finalità sociale dell’immobile è del tutto assente e, considerata l’esposizione debitoria della Fondazione, lo sarà almeno per i prossimi sette-otto anni. È un patrimonio che non produce valore per i cittadini. Né sociale, né economico. È quindi necessario aprire una nuova prospettiva, che sappia reinterpretare e attualizzare le finalità sociali dell’ente, immaginando che i proventi dell’alienazione possano essere reinvestiti in progettualità sociali importanti per la città ed il suo territorio». La linea è dunque la stessa dell’amministrazione precedente. «È questa la nuova sfida cui siamo chiamati – ha concluso il sindaco -. Una sfida di idee che dovranno interrogare non solo la politica ed il Cda, ma anche i portatori di interessi del terzo settore. Un percorso non semplice, ma affascinante, che guideremo».
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