L'ANALISI
29 Ottobre 2022 - 05:20
L'ex Finalpia
CREMA - Reazioni contrastanti da parte delle forze politiche cittadine alla conferma da parte del Cda della Fondazione Finalpia della volontà di rimettere in vendita l’Hotel del Golfo, che ha preso il posto della ex colonia.
Anche la nuova gestione di Hyma, la quarta senza esperienza nel settore dopo Icos, Obras e Comfort Hotels, non a caso tutte fallite, non sembra rassicurare in toto, ragion per cui la proprietà è tornata a percorrere la strada dell’alienazione.
Tra i più critici, Andrea Bergamaschini della Lega: «Ci sono responsabilità politiche chiare sulla gestione di Finalpia, che non hanno tenuto conto della finalità sociale del bene. Per il sindaco Fabio Bergamaschi, il resort non rappresenta più un valore per la comunità; è una chiara ammissione di responsabilità amministrativa dell’ultimo decennio Bonaldi, essendo la nomina del presidente e del Cda di competenza del sindaco. Lo scorso 21 aprile si è firmato il nuovo accordo tra Hyma e Fondazione per la riapertura dell’Hotel del Golfo. Sei mesi dopo l’albergo è già in vendita. Ora che abbiamo aspettato i comodi elettorali del centrosinistra, prima con le amministrative, dove evidentemente non si sono sentiti di affrontare l’argomento, poi con le politiche, il presidente della Fondazione Giorgio Pagliari evidenzia una situazione difficile. L’obiettivo deve rimanere la tutela del patrimonio e fare in modo che, in caso di riuscita vendita, il ricavato venga reinvestito con la stessa finalità sociale per cui è nata questa struttura storica per la città».
Sulla stessa linea, Giovanni De Grazia di FdI: «Dopo oltre due anni, ritorna l’ipotesi dell’alienazione dell’immobile già proposta dal precedente Cda e sostenuta dall’allora sindaco Stefania Bonaldi. Durante la riunione dei capigruppo il presidente della Fondazione, Giorgio Pagliari, a cui suggeriamo toni più dimessi, ha azzardato che la cifra, secondo lui di almeno dieci milioni di euro, deve essere reimpiegata nei modi stabiliti dallo statuto. Su questo aspetto ci dovrà essere la massima condivisione da parte di tutti. Tuttavia le rassicurazioni del presidente non ci rendono tranquilli sui tempi dell’operazione e sulla sua riuscita per il fatto che la struttura è attualmente affittata e che un bando è già andato deserto. Aspettiamo di capire cosa ne pensa l’attuale assessore al commercio Franco Bordo, che si era dichiarato contrarissimo alla vendita. Questa posizione potrebbe creare malumori all’interno della maggioranza. Su questa partita si gioca la credibilità del Cda e della amministrazione».
Concorde sulla linea tracciata dal Cda della Fondazione è invece Maurizio Borghetti, della lista omonima: «L’Hotel di Finalpia attualmente non ha nessuna funzione sociale, mentre invece le ha la Fondazione e le aveva la ex colonia. Per me va venduto, non svenduto, per recuperare fondi per fare qualcosa di socialmente utile ai cremaschi. Io avevo proposto di creare un centro di assistenza, diagnosi, cura e ricerca sulle patologie neurodegenerative dell’anziano di cui c’è molto bisogno. La politica deve però essere unita sul tema. Nella valutazione del valore economico attuale dell’albergo occorre considerare anche quanto ci costerebbe tenerlo».
Tra i favorevoli alla vendita anche Matteo Gramignoli di Crema al C’entro: «Condivido la proposta del Cda. La struttura è rimasta ferma per parecchio tempo e aveva bisogno di lavori di sistemazione e di un rilancio; da qui l’operazione di affitto. In questo momento ritengo che la vendita sia la strada da percorrere. Considerando anche che la finalità della colonia non esiste più. È un hotel di lusso e per quanto possano essere agevolati i costi per i cremaschi, parliamo sempre di cifre importanti. Le risorse che si libereranno vanno ben indirizzate. Occorre capire come investire i proventi e cosa si vuol fare».
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