L'ANALISI
L'EMERGENZA CARO ENERGIA
05 Ottobre 2022 - 15:32
CREMONA - Lo avevano annunciato nei giorni scorsi, ora dalle parole si passa ai fatti: le rette nelle case di riposo aumenteranno, entro l’autunno, di 3 o 4 euro al giorno. La decisione è stata assunta questa mattina durante un incontro di Arsac, l’associazione che raccoglie tutte e 29 le strutture di accoglienza per anziani e disabili della provincia di Cremona, che si è svolto presso Fondazione Sospiro. Una manovra necessaria che mira a trovare una linea comune circa i vertiginosi aumenti non solo dell’energia, ma di tutti i costi indotti all’interno delle strutture residenziali sanitarie. «Le Rsa e Rsd cremonesi – dichiara il presidente Giovanni Scotti, che ha promosso il summit – escono già da un periodo estremamente duro a causa della pandemia che ha causato un aumento dei costi di sanificazione e dei vari presidi e una diminuzione dei ricavi a causa della chiusura forzata degli ingressi per diversi mesi. Abbiamo anche accusato una grave emorragia del personale verso le strutture pubbliche dove i contratti sono più favorevoli per cui anche da questo punto di vista abbiamo dovuto investire risorse per fidelizzare i nostri dipendenti. Con le ossa ancora rotte ora dobbiamo affrontare questi ulteriori costi energetici. A malincuore quindi abbiamo deciso un aumento comune, entro l’autunno, tra i 3 e i 4 euro giornalieri”. Una decisione che inciderà notevolmente sui bilanci familiari già così provati dalla crisi economica, ma necessaria per sopperire almeno parzialmente agli aumenti energetici.
«Tale aumento – prosegue Scotti – non copre comunque i maggiori costi che sono stati quantificati per un importo di 10 euro al giorno per posto letto. Bisogna tenere conto che i 39 milioni di euro stanziati dalla Regione Lombardia sono, in realtà, un piccolo aiuto che si aggira attorno ad un euro al giorno per posto letto. A tutt’oggi non si hanno notizie certe di un sostegno da parte dello Stato: si parla di un aiuto parziale e minimo sulle maggior spese delle bollette, ma tale contributo non è stato ancora ufficializzato, e non tutti sono così ottimisti». Ancora più grave è la situazione delle strutture che hanno reparti di cure intermedie che sono finanziate solo dalla Regione, la quale ha già annunciato che, per ora, non ci sarà nessun adeguame nto tariffario. Queste realtà, quindi, non possono nemmeno contare su quel piccolo aumento delle rette che invece le altre strutture conteranno di porre in essere a breve.
Arsac fin da subito cercherà una interlocuzione con le istituzioni del territorio, anche con la diocesi di Cremona, per sostenere le famiglie che avranno difficoltà nell’affrontare gli aumenti delle rette. Da questo punto di vista anche gli enti locali dovranno fare la loro parte. «Siamo consapevoli del disagio che si creerà in tante famiglie – conclude Scotti – ma questi aumenti permetteranno al comparto di non implodere, di mantenere una risposta al bisogno e di mantenere oltre 7 mila posti di lavoro che con l’indotto salgono a 9 mila. A tal proposito Arsac è disponibile ad un confronto con le organizzazioni sindacali».
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