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INTERVISTA ESCLUSIVA

Letta: «La sanità e i trasporti priorità per Cremona»

Il leader del Pd alla vigilia del suo arrivo in città: «Cottarelli punta di diamante del Pd»

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

09 Settembre 2022 - 05:30

Elezioni politiche, Letta: «La sanità e i trasporti priorità per Cremona»

CREMONA - La definizione di «fuoriclasse» per Carlo Cottarelli, stima per Stefania Bonaldi e Giorgio Pagliari, apprezzamento per Luciano Pizzetti: Cremona ha dato molto al Pd e il segretario Enrico Letta non manca di sottolinearlo.

Così come promette particolare attenzione alla zootecnia, alla lotta alla siccità e attenzione alle imprese con l’agevolazione del credito d’imposta, il tetto al prezzo dell’energia e la rateizzazione delle bollette. Alla vigilia del suo arrivo a Cremona (oggi, ore 16.30 nel cortile Federico II di piazza del Comune), Letta, segretario nazionale del partito Democratico, ha rilasciato a La Provincia un’intervista esclusiva in cui fa il punto della situazione in vista del voto del 25 settembre.

Onorevole Letta, il Pd dà la sensazione di aver impostato la sua campagna elettorale dando per scontata la sconfitta e ventilando il rischio per la tenuta della democrazia con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Non le pare poco per tentare seriamente un recupero?
«La partita è ancora tutta aperta. I sondaggi ci dicono che la vera maggioranza del Paese sono gli astenuti e gli indecisi. È su di loro che vogliamo puntare per ribaltare il risultato elettorale. Noi crediamo che scegliere la nostra lista non solo sia l’unico modo di contrastare la destra sovranista, ma soprattutto sia il modo migliore per costruire un Paese più giusto, sostenibile, saldamente europeo, che mette al centro le donne e le nuove generazioni. È questo il senso della nostra campagna ‘Scegli’. Da una parte c’è la visione progressista e democratica del Paese. Dall’altra, un salto indietro di decenni».

Una delle accuse che le vengono rivolte è quella di aver appiattito il partito sull’agenda dei 5 Stelle e di dire poche cose di sinistra.
«Forse è vero il contrario. E a parlare sono le storie collettive e personali. Prima di andare al governo insieme, i 5 Stelle erano contro l’Europa, si dichiaravano ‘né di destra, né di sinistra’ e Giuseppe Conte faceva l’elogio del sovranismo all’assemblea delle Nazioni Unite, per non parlare dell’endorsment di alcuni giorni fa che ha ricevuto da Donald Trump. In pochi anni, sono arrivati a votare la fiducia a Ursula Von der Leyen in Europa, rinnegare i decreti sicurezza fatti con Matteo Salvini e sostenere il governo di Mario Draghi, fino alla decisione scellerata di farlo cadere. L’evoluzione in senso progressista che hanno fatto è stata sicuramente qualcosa di positivo, ma ora la gara che i Cinque stelle hanno iniziato a chi è più di sinistra, francamente la trovo assurda. Noi guardiamo a casa nostra, dove le proposte sui temi sociali sono alla base del programma: lotta al precariato e salario minimo, per i giovani no ai finti stage ma un primo lavoro vero, sostegno alle piccole e medie imprese, taglio alle tasse sul lavoro, diritto alla casa. Questi sono alcuni esempi concreti di cosa vuol dire essere progressista».

Il centrodestra si sta giocando la campagna elettorale con slogan dall’indubbia capacità di colpire l’elettorato. A differenza del Pd che preferisce più tradizionali argomentazioni, rischiando di non farsi capire e di perdersi su temi legati ai diritti civili e alla droga in questo momento di grave crisi economica e geopolitica non certo popolarissimi: all'elettore interessano più che altro le ricette per sgonfiare la bolletta del gas e della luce.
«Siamo stati i primi a insistere sulla necessità di un tetto al costo dell’energia, sia a livello europeo che a livello nazionale, con l’amministrazione dei prezzi per 12 mesi. Abbiamo proposto di raddoppiare il credito d’imposta per le aziende e di introdurre un contratto ‘bolletta luce sociale’ per sostenere le famiglie più in difficoltà, dando una fornitura gratuita di energia rinnovabile fino a un massimo di 1350 KWh/anno. E poi la nostra proposta per dare una mensilità in più a tutti i lavoratori con un taglio senza precedenti del cuneo fiscale, il salario minimo, la lotta alla precarietà incentivando contratti stabili, l’impegno per l’occupazione femminile e dei giovani. Ma ci tengo a sottolineare un punto: diritti civili e diritti sociali non sono in contrapposizione. Entrambi hanno lo stesso obiettivo: difendere la dignità delle persone».

Un esempio: quale è la posizione del Pd in tema di fiscalità: sta passando il messaggio che vogliate alzare le tasse. Cosa propone per davvero?
«Al cuore del nostro programma c’è l’abbassamento delle tasse sul costo del lavoro. Abbiamo proposto un taglio senza precedenti sul costo del lavoro per dare una mensilità in più in busta paga agli italiani. Un modo concreto per combattere il caro vita e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie».

Sanità, viabilità/infrastrutture e istruzione superiore sono i nodi del territorio cremonese. Quali le sue proposte?
«Il Covid ha colpito duramente Cremona e la sua provincia. Questo territorio sa molto bene quanto bisogno ci sia di investire di più nella sanità pubblica e di territorio, non meno. Su questo la cattiva gestione della giunta Fontana è sotto gli occhi di tutti. Noi proponiamo un piano straordinario per tutto il personale sanitario, per garantire più assunzioni: vogliamo incrementare il finanziamento ordinario del Servizio Sanitario Nazionale, fino a raggiungere il 7% del Pil, investendo anche su medici di base, sugli infermieri di comunità e sulla medicina di prossimità e coinvolgendo tutte le realtà che si occupano di cura e assistenza sul territorio, compresi gli enti del terzo settore. Per la viabilità abbiamo lanciato una proposta forte: rendiamo il trasporto pubblico locale gratuito per giovani e anziani. È una misura che renderebbe le nostre città più pulite e più vivibili. Le infrastrutture sono un asset chiave per lo sviluppo dell’Italia, e per questo bisogna potenziare soprattutto le tratte ferroviarie, spesso non ancora all’altezza del Paese che vogliamo, anche sulla base delle esigenze manifestate dal tessuto industriale. Sul fronte istruzione superiore, vogliamo investire sugli Its, aggiornandone i percorsi formativi e rafforzando ancora di più i rapporti con le imprese locali. Potenzieremo l’edilizia universitaria e rafforzeremo il welfare studentesco per permettere ai giovani di frequentare l’università, cosa che troppo spesso è impossibile per motivi economici».

Siccità e crisi energetica stanno devastando le imprese cremonesi, in particolare è colpita l'agrozootecnia: che risposte immediate e future si possono dare loro?
«L’agroalimentare è da sempre uno dei comparti più strategici per il nostro paese e deve avere una attenzione particolare. Oggi ancora di più perché è in prima linea nella lotta al cambiamento climatico. La siccità di quest’estate ha reso inequivocabile che se non acceleriamo sulla transizione verde, i danni causati dal cambiamento climatico saranno sempre maggiori. Contro la crisi idrica, proponiamo un piano nazionale per l’acqua, la siccità e il dissesto idrogeologico, con un’attenzione particolare per la costruzione di nuovi invasi e incentivi per le aziende che adottano strumenti di soluzioni di riuso e recupero delle acque. Con l’agevolazione del credito d’imposta, il tetto al prezzo dell’energia e con la rateizzazione delle bollette, poi, possiamo aiutare subito le imprese a sostenere i costi dell’energia».

Lei è venuto spesso a Cremona, ha un legame particolare con il nostro territorio?
«Sì, ho un legame speciale con questo territorio che negli ultimi anni mi ha portato spesso a passare. Michele Bellini, che oggi guida il mio staff e che ho portato con me a Roma da Parigi, è di Cremona. È un giovane capace, competente e con i piedi per terra; è una persona preziosa per me e per il vostro territorio. È lui ad aggiornarmi spesso sulle vicende cremonesi (oltre ai risultati della Cremonese) e so che lavora sempre a stretto contatto con la segreteria provinciale del partito».

Ha scelto il cremonese Carlo Cottarelli come candidato di punta in Lombardia: che valore aggiunto può dare in termini di contributo politico/economico ed elettorale? Si sussurra che il 25 settembre per lui sia una sorta di ‘assaggio’ in vista di un possibile assalto al Pirellone il prossimo anno.
«Carlo Cottarelli è un fuoriclasse, è una punta di diamante non solo in Lombardia ma di tutta la nostra lista ‘Italia Democratica e Progressista’. La sua competenza e la sua esperienza sono la dimostrazione della nostra affidabilità e serietà in un momento così critico per l’intero tessuto economico del Paese, a partire dal Nord. Facendo cadere il Governo Draghi, Lega e Forza Italia hanno tradito quella parte di mondo produttivo che storicamente guardava a loro: a loro vogliamo dire che noi ci siamo, per continuare con serietà e patriottismo nel solco del Governo Draghi. Anche la candidatura di Giorgio Pagliari, un imprenditore di successo di questo territorio, lo sottolinea. Sono convinto che in Lombardia faremo un grande risultato».

Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema, è stata messa in una posizione di lista oggettivamente penalizzante: le liste dei sindaci sono state solo propaganda?
«Ho grande stima di Stefania Bonaldi: insieme a lei, sono in campo in tutta Italia molti dei nostri sindaci e amministratori: penso ad esempio ad Andrea Gnassi di Rimini, Ilenia Malavasi di Correggio e Silvio Franceschelli di Montalcino. E proprio dalla Lombardia, a Monza, domenica 18, lanceremo insieme a tantissimi sindaci e amministratori di centrosinistra l’ultima settimana di campagna elettorale, a partire dalle tematiche più importanti per comuni ed enti locali, a dimostrazione di quanto il loro ruolo e la loro esperienza siano per noi fondamentali. L’Italia è un Paese che vive della forza dei suoi quasi 8.000 Comuni, ma questi hanno bisogno di Province forti per riuscire a offrire alle cittadine e ai cittadini servizi di qualità; questo è ancor più vero in un territorio come quello di Cremona, dove il numero di piccoli Comuni è particolarmente elevato, in rapporto alla dimensione della provincia. Sulla composizione delle liste rivendico che siamo stati l’unica forza politica dove c’è stato un voto della Direzione Nazionale per la loro approvazione, oltre ad un percorso di coinvolgimento di tutti i territori. Questa volta si è dovuto anche fare i conti con la riduzione di un terzo del numero dei parlamentari. Proprio per questo motivo ho particolarmente apprezzato la decisione di Luciano Pizzetti a cui va la mia stima e gratitudine, anche per l’immenso lavoro che ha fatto per Cremona e il suo territorio, e che sono convinto continuerà a fare anche in futuro».

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