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Cottarelli all'attacco: «Se la destra farà quel che dice sarà un disastro»

L'economista cremonese, affiancato dagli altri tre componenti della squadra del Pd alle Politiche, rivendica il suo fortissimo legame con la città e stronca la proposta della flat tax

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

26 Agosto 2022 - 20:07

Cottarelli all'attacco: «Se la destra farà quel che dice sarà un disastro»

Pagliari, Cottarelli, Bonaldi, Rivaroli

CREMONA - «Se sarò eletto e qualcuno in Parlamento dirà qualche sciocchezza, io potrò commentare: "iiöö, ma làsa stàa". Non so se Daniela Santanchè potrà commentare allo stesso modo». È una sfida centrata sul legame con Cremona, oltre che sulla competenza, quella lanciata dall'economista cremonese di fama internazionale Carlo Cottarelli e dagli tre componenti del poker di candidati presentati poco fa dal PD alla Festa de l'Unità: Stefania Bonaldi, Giorgio Pagliari e Velleda Rivaroli. Cottarelli ha ricordato il suo percorso di studi nelle scuole cremonesi e "quei cartoccetti di ceci mangiati allo Zini quando da bambino andavo a vedere la Cremo".

La flat tax ingiusta, favorisce i ricchi e sarà finanziata con il taglio dei servizi

Ma, messo da parte l'amarcord, Cottarelli ha poi attaccato il centrodestra sui temi economici: "Disastro se vincono? Io non sono un catastrofista ma se realizzano quel che promettono, allora lo divento. La flat tax è sbagliata e ingiusta e consiste in una detassazione dei più ricchi che costerà 60 miliardi. Come verrà finanziata? Tagliando la spesa e dunque i servizi. Ed è una bufala che la flat tax ridurrà l'evasione fiscale, un grave problema del nostro Paese che in tutto il programma del centrodestra è citato solo a questo proposito".

conferenza stampa

La conferenza stampa in via Dell'Annona nell'ex mercato ortofrutticolo

Ha parlato di «onore e non di sacrificio» per la candidatura al Senato, in terza posizione nel listino proporzionale l’ex sindaco di Crema, Bonaldi. Una posizione che aveva accettato, non senza parole dure verso baronati e correnti. Parole che non rinnega: «Il Pd — ha detto rispondendo ad una domanda — non è una caserma e non appartiene ai suoi dirigenti, ma agli elettori che sentono di condividerne la visione progressista. Con quelle parole mi ero sentita di condividere un disagio, che ho constatato essere condiviso da molti. Non erano dettate da un’amarezza personale. E io che non sono una disciplinata donna di partito nel programma del Pd trovo delineate proposte progressiste con una serietà che sento mia».

Bonaldi ha esordito parlando di «onore e non sacrificio» per la sua candidatura. E ha aggiunto: «Spero di riuscire a trascrivere a livello nazionale le buone pratiche che ci sono nei nostri comuni. Mi hanno chiamato ‘la sindaca dei diritti’ e io io penso che allargare l’ombrello dei diritti non sia radical chic, ma migliori la vita concreta delle persone. E penso al diritto al salute. E poi al welfare: lo dico con rispetto, ma non abbiamo bisogno di dame della carità, ma di fuoriclasse per ricostruire e adattare il welfare alla nuova società. E poi il diritto all’istruzione: è surreale la polemica nata dopo la proposta di rendere obbligatoria la scuola dai 3 anni. L’89% dei bambini va già all’asilo, si tratta di estendere il diritto a quell’11%. Ma servono risorse: un posto al nido grava per l’80% sui conti del Comune e per il 20% sulle famiglie. E non si può pensare di aumentare la quota delle famiglie, che già pagano molto».


Sulla competenza punta Pagliari, 67enne industriale cremasco titolare della Achitex Minerva Spa: «Sono imprenditore da 40 anni con un’azienda chimico-tessile e altre attività in tutto il mondo. Ritengo che occorra portare competenze manageriali e imprenditoriali nella politica. Con il pubblico ho già lavorato in vari ruoli e ora sono presidente della Fondazione Finalpia. Io penso in maniera pragmatica e manageriale». Pagliari ha poi sottolineato «il problema dei costi delle materie prime e dell’energia genera inflazione che a sua volta genera erosione dei salari e impoverimento». Ha quindi sottolineato che la sfida con Silvana Comaroli che nel 2018 conquistò il 50,1% nel collegio «sarà molto dura, ma penso di avere una competenza e una storia che la Comaroli non ha».


Dal canto suo Rivaroli, ex sindaco di Scandolara Ravara, ha sottolineato il ruolo dei sindaci dei piccoli centri, quasi volontari tuttofare: «Sono ex sindaco di un paese di 1.300 abitanti di un territorio dimenticato. E sì, mi scaldo perché quando guidi un piccolo centro ti bussano alla porta e i problemi finisci per conoscerli bene». E ha aggiunto: «Mi occupo di politiche attive sul lavoro e di Welfare. Nel programma del Pd ci sono 37 proposte che invito a leggere e a confrontare con i programmi degli altri partiti. Per esempio sul Reddito di cittadinanza, che non abbiamo voluto noi. Si parla solo dei furbetti, che ci sono, ma sono il 5% di tutta la platea. Ma perché abolirlo a tutti gli altri? Va riformato, certamente, insieme ai Centri per l’impiego , volutamente destrutturati a livello nazionale. In questa campagna occorre cercare di fare capire quali sono i due modelli in gioco».


I candidati sono stati introdotti dal segretario Vittore Soldo e da quello cittadino, Luca Burgazzi, che hanno voluto ringraziare Luciano Pizzetti per il lavoro svolto. Quindi si sono presentati e poi sono scattate le domande. A proposito della sua agenda cremonese, il candidato Cottarelli ha messo al primo punto il tema infrastrutture: «Sono andato a guardarmi i vecchi orari ferroviari e ho visto che nel 1972, 50 anni fa, il treno da Cremona a Milano ci metteva 70 minuti, come oggi. E quello per Brescia addirittura due minuti in meno. C’era un diretto una volta al giorno che ci metteva 36 minuti». L’economista ha poi ridimensionato l’allarme lanciato dal Financial Times sugli hedge fund che stanno scommettendo sul default dell’Italia: «È una cosa gonfiata. Stiamo parlando di 40 miliardi di titoli contro 2.800, una cosa piccola. E lo spread è fermo. La grande speculazione ha raggiunto l’acmne nel 2011».

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