L'ANALISI
19 Agosto 2022 - 05:30
Gianni Senatore e Mauro Mutigli
CASTELLEONE - Mauro Mutigli, l’operaio che dieci giorni fa ha assassinato il quarantenne Giovanni Senatore, resta chiuso nel silenzio in carcere. Dopo aver confidato al difensore, l’avvocato Consuelo Beber, di non ricordare nulla di quei tragici momenti.
Nel frattempo, però, mentre le indagini degli inquirenti proseguono, è sempre più chiara e precisa la dinamica del delitto. E ciò, incrociando le testimonianze dei presenti alla lite e quindi all’accoltellamento, nel Castelleone.
Il movente è ciò che manca, per chiudere il caso. Ovviamente, ci sarà un processo che dovrà tener conto di una miriade di aspetti, anche psicologici, ma forse mai, come in quest’occasione, la Procura ha avuto a disposizione tante e varie indicazioni.
Dalle telecamere agli occhi di centinaia di testimoni, l’omicidio di via Roma si può ripercorrere fotogramma per fotogramma.
Ecco, dunque, quel che si sa finora: è mercoledì 10 agosto, sono da poco passate le 20.30 e Giovanni Senatore, per tutti Gianni, esce di casa in compagnia della futura moglie Erica. Lui non ama molto il trambusto ma in città c’è una festa ed è il compleanno della fidanzata. Mauro Mutigli, che di lì a poco si macchierà le mani di sangue, nel frattempo entra nel bar Meteora, a due passi da piazza del Comune. Ci è arrivato col monopattino elettrico, parcheggiato poco lontano. Gianni ed Erica raggiungono il centro, vogliono passeggiare e godersi Sogno di Una Notte di Mezza Estate, l’evento finale dei Mercoledì Sotto le Stelle.
Sono circa le 21 quando arrivano all’altezza del Meteora. Con loro l’amico Alessandro Ferrari, anche lui in paese per godersi gli spettacoli. Mutigli incrocia lo sguardo dei tre. Non è chiaro chi o con quali parole abbia innescato tutto, resta il fatto che in breve le parole lasciano il posto a una lite furiosa.
Senatore si avvicina, Mutigli lo aggredisce fisicamente e due agenti della polizia locale, allarmati dal trambusto, intimano immediatamente ai castelleonesi di separarsi.
La tranquillità sembra tornare, ma l’illusione durerà poco. Non appena le forze dell’ordine si allontanano di qualche metro, infatti, Mutigli si dirige verso il suo monopattino. Dentro aveva nascosto un coltello. Lo impugna e torna con fare minaccioso verso i tre. Senatore è il primo ad accorgersene e scansa la fidanzata, gridandole di fuggire. L’omicida però non aspetta una secondo e s’avventa su di lui, colpendolo alla schiena. Il coltello affonda e gli toglie energia, Senatore non può difendersi. I colpi successivi arrivano all’addome e al costato. Saranno fatali.
Tutto avviene nel giro di pochi secondi e Ferrari, appena può, si mette in mezzo per proteggere l’amico ferito. Rimedierà tre coltellate alla schiena, una al braccio. Si salverà, Gianni no.
Poi la fuga di Mutigli sul monopattino, interrotta dai carabinieri di Crema, Cremona e Castelleone, che lo ammanettano.
Si attendono ora gli esiti dell’autopsia condotta nei giorni scorsi, per completare il quadro delle indagini.
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