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IL CASO

Comandante della Polizia Locale senza laurea: dovrà restituire oltre 900 mila euro

Carlalberto Presicci di Azzanello ha guidato la sede di Desenzano per 24 anni

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

16 Agosto 2022 - 08:21

Comandante della Polizia Locale senza laurea: dovrà restituire oltre 900 mila euro

Carlalberto Presicci e mezzi della Polizia Locale di Desenzano

DESENZANO - Per 24 anni, dal 1997 al novembre del 2020, ha guidato come comandante la stazione di polizia locale di Desenzano del Garda, una delle più importanti e attive di tutto il Bresciano. Ma Carlalberto Presicci, agente 59enne originario di Azzanello e oggi residente a Gussago, ha ottenuto quel posto, peraltro come unico candidato, presentando una laurea falsa. Diceva di averla conseguita all’università di Parma ma lì, ha poi fatto sapere l’ateneo, non s'è mai visto. Condannato dalla Corte dei Conti, dovrà risarcire allo Stato quanto ha incassato nel corso del suo incarico: il giudice ha quantificato il danno in 918 mila euro. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati del Foro di Brescia Alessandro Asaro e Sara Palagiano, però annuncia: «Faremo certamente ricorso».

Comandante della municipale di Desenzano ma senza averne i titoli. E non se n’è accorto nessuno per più di 20 anni, cioè fino a quando la Procura ha cominciato a indagare sul curioso caso di Presicci. La storia comincia nel lontano 1996 quando il municipio lacustre decide di bandire un concorso alla ricerca di un nuovo capo per i vigili della città. Per assicurarsi la posizione dirigenziale senza intoppi il cremonese, che peraltro è stato l’unico a presentare il suo curriculum, si è presentato come dottore in Giurisprudenza. La laurea, secondo i documenti forniti alla commissione dell’ente locale, l’avrebbe conseguita a Parma. Tutto fila liscio. Presicci viene assunto e inizia una lunga e brillante carriera con un’unica piccola sbavatura che ha più il colore del folkloristico: lui e i suoi agenti vengono trascinati nel dibattito politico e poi finiscono sotto i riflettori della cronaca locale per aver allontanato i modelli di Dolce e Gabbana dalla città. Era il 2013 e gli attori erano lì per girare uno spot della nota marca di abbigliamento e profumi a bordo di cinque Vespa vintage. Loro malgrado hanno varcato la Ztl e si sono messi in divieto di sosta. Riprese annullate e tutti a casa per evitare una multa salata.

Tolto l’episodio isolato, per cui comunque l’ex comandante e i suoi uomini hanno ricevuto l’assoluzione e l’encomio dell’allora amministrazione di centro-sinistra, è poi tutto proceduto in assoluta tranquillità. Almeno fino al 12 novembre del 2020. Improvvise e inattese arrivano le dimissioni del capo-vigile. Il Comune lo saluta con gli onori e le cortesie del caso ma sa già, in realtà, che la procura sta portando avanti degli accertamenti per falso materiale e falsificazione.

Portando avanti le lancette si arriva ai giorni scorsi e alla sentenza sul caso, dopo lunghe indagini e un processo che non è andato come la difesa avrebbe voluto. Presicci, infatti, dovrà risarcire allo Stato quasi un milione di euro, praticamente quanto incassato dall’inizio della sua attività di comandante. Siamo però soltanto al primo grado e i legali non intendono chiudere qui la partita: «Il nostro cliente, in precedenza difeso da un collega – spiegano gli avvocati Asaro e Pagliano – aveva già, molto lealmente, ammesso che la laurea presentata non era un documento veritiero. Ci saremmo aspettati da questa sentenza, che riteniamo possa essere affinata in altra sede in alcuni punti, che valutasse altre situazioni ma siamo fiduciosi di poterle valorizzare nel corso del prossimo grado di giudizio. L’aspetto principale che dev’essere a nostro parere messo in luce è che l’attività professionale, comunque, è stata svolta e in modo positivo. Pensiamo di poter far valere queste ragioni a Roma».

Alcuni colleghi, chiedendo di essere protetti dall’anonimato, nel frattempo commentano l’accaduto: «L’abbiamo conosciuto nel contesto di diversi corsi d’aggiornamento e anche in attività operative. persona competente e professionale. La notizia ci ha lasciato senza parole».

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