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NELLE LANCHE ASCIUTTE

Pesca di frodo con i collant. È allerta bracconaggio

Usano calze di nylon per catturare pesci e gamberi. In questi giorni se ne sono trovate diverse sulla riva piacentina del Po

Elisa Calamari

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29 Luglio 2022 - 05:20

Pesca di frodo con i collant. È allerta bracconaggio

CASTELVETRO - La grande secca continua a portare alla luce reperti storici, ma anche a svelare i mali che affliggono il Po. Uno di questi è la pesca di frodo, fenomeno che in queste settimane è tornato alla luce soprattutto nelle lanche in cui la fauna ittica resta intrappolata. Quella che è stata scoperta a Castelvetro Piacentino, invece, è una tecnica di bracconaggio di cui fino ad oggi si era sentito poco parlare: sulle sponde aride del fiume sono stati trovati centinaia di sacchetti in nylon, una presenza apparentemente inspiegabile.

A chiarire il mistero allertando gli enti competenti sono stati alcuni pescatori di associazioni che tutelano il Po. Si tratterebbe di esche illegali lanciate in determinati punti del fiume proprio per richiamare pesci, da catturare poi tramite canne, o peggio reti. «In base a quanto ci è stato spiegato si tratta di calze da donna, i comuni collant – spiega Claudio Mariotti, presidente del Gruppo Protezione civile di Castelvetro che è stato interpellato per la bonifica delle aree –. Vengono riempiti con esche vive, come ad esempio vermi o altro, ma anche con qualche sasso in modo tale che il sacchetto annodato finisca poi sul fondale. I pesci verrebbero attirati dall’esca viva, che non possono però mangiare perché intrappolata nel nylon, e si avvicinerebbero così al punto in cui sono stati calati i sacchetti».

Claudio Mariotti

Secondo gli esperti questa tecnica verrebbe utilizzata anche e soprattutto per i gamberi di fiume (compresi i famosi gamberi alloctoni della Louisiana) che si attaccherebbero alle false esche poi riportate a galla tramite fili agganciati. E da lì la cattura. I sacchetti sono stati trovati fra zona Ponticello e l’area del circolo nautico, ma anche nei pressi del ponte dell’autostrada A21. Sono tantissimi e probabilmente risalgono a diversi anni fa, quando nella zona sono stati più volte segnalati accampamenti di pescatori dell’Est Europa ma anche di cinesi che sarebbero invece più interessati ai gamberi. Al di là del bracconaggio, questi ritrovamenti sollevano una seconda problematica: l’inquinamento dei fondali.


«Di fatto sono materiale inquinante, che pertanto va rimosso – continua Mariotti – ecco perché in seguito alle segnalazioni, in accordo con il Comune di Castelvetro, abbiamo programmato una giornata di pulizia dell’alveo». Sarà domani mattina, compatibilmente con il periodo feriale e la disponibilità dei volontari della Bassa Piacentina. Per il momento i punti in cui si trovano i sacchetti non sono stati ricoperti dall’acqua risalita. Ma se il livello del fiume dovesse ulteriormente crescere i segni del passaggio dei pescatori di frodo potrebbero nuovamente venire sommersi dal fiume. Non si tratta naturalmente degli unici rifiuti che stanno popolando ormai da settimane le rive.

E intanto continuano anche i ritrovamenti di interesse culturale: di fronte a Isola Giarola di Villanova sull’Arda, in territorio di Brancere, nei giorni scorsi sono spuntate delle vecchie mura, che alcuni appassionati del Po riconducono all’antica chiesa parrocchiale della frazione di Stagno Lombardo. 

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