L'ANALISI
21 Giugno 2022 - 05:10
Storioni nel Po in una foto d'archivio
CREMONA - Mentre l’attenzione è giustamente puntata verso le conseguenze che la siccità ha su agricoltura e usi civili della risorsa idrica, dal Cremonese arriva un altro sos: approfittando della secca, da una decina di giorni i pescatori di frodo stanno saccheggiando le lanche senza troppa difficoltà. Usano reti, ma anche fiocine.
L’allarme arriva da Alberto Magagnato, tra i fondatori di Gruppo siluro italia e Catfishing Italia, che anni fa per primo denunciò i bracconieri dell’Est fra Emilia e Lombardia. Ora, però, assicura che la minaccia non arriva da stranieri: «In dieci giorni ho ricevuto tre segnalazioni e tutte riguardano il tratto fluviale che va da Cremona a Isola Pescaroli. Nelle ore notturne sono stati avvistati gruppi di persone, italiani in base a quanto mi è stato riferito, che gettano reti nelle ‘buche’ del fiume che sono venute a formarsi proprio a causa della secca. I pesci, soprattutto gli storioni, tendono a raggrupparsi nei punti in cui trovano più ossigeno e così chi individua queste zone riesce a portare via numerosi esemplari. Andando poi a controllare una volta spariti i pescatori di frodo, sono stati trovati pesci caduti dalle reti: carpe e storioni, che sono stati reimmessi e quindi salvati».
Gli storioni, fra l’altro, essendo a rischio estinzione sono specie protetta e sono interessati da un piano di ripopolamento europeo, che ha anche previsto l’immissione di esemplari dotati di microchip, necessari per il monitoraggio a lungo termine.
«Al di là della specie pescata – continua Magagnato – ciò che sta avvenendo è preoccupante. Comprensibile che l’attenzione sia rivolta all’agricoltura, ma la pesca abusiva non va sottovalutata. Chi nota persone con reti e fiocine deve avvisare le forze dell’ordine».
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