L'ANALISI
DOPO LA BUFERA
14 Luglio 2022 - 15:20
CREMONA - Un centinaio di interventi — in una ottantina di zone diverse — sul patrimonio arboreo devastato, fra abbattimenti inevitabili, recupero di tronchi e ramaglie ora accumulati in una sorta di cimitero dei detriti, e operazioni di messa in sicurezza; nove plessi scolastici, tra istituti per l’infanzia, elementari e medie, danneggiati e bisognosi di manutenzione, con opere di ripristino più o meno onerose; e poi cinque strutture sportive, quindici edifici di edilizia residenziale pubblica e sette sedi istituzionali lesionate: eccolo, dieci giorni esatti dopo la tromba d’aria, il primo bilancio della serata di bufera che il 4 luglio scorso ha flagellato, ferendola, la città. Ed è solo un conto, inevitabilmente ancora parziale nel suo essere comunque dettagliato, di quel che la violenza del temporale ha provocato sul fronte dell’impatto strutturale e del lavoro di bonifica degli addetti del Comune, di Aem e di Linea Gestione.
Per l’inventario economico servono ancora tempo e verifiche: ma sarà salato, presumibilmente più di quanto non si prospettasse nelle ore immediatamente successive l’evento. Tanto che anche ieri, ad elenco appena completato, già consapevole di dover pagare un prezzo elevato pur non potendolo ancora quantificare esattamente, l’amministrazione ha ribadito l’intenzione di chiedere a Regione Lombardia il riconoscimento dello stato di calamità. «L’obiettivo — spiega il Comune — è fare in modo che la città abbia il sostegno economico adeguato per coprire le grandi spese sostenute per gli interventi eseguiti e per quelli ancora in corso». Intanto, ormai totalmente ripristinata la viabilità nelle aree più critiche, a partire dai quartieri con più alberi come il Villaggio Po, è stato messo in sicurezza il 90% delle aree a rischio, con contestuale rimozione di oltre la metà del materiale legnoso caduto.
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