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NELLA MORSA DELLA SICCITA'

Portata e livello in picchiata: il Po di nuovo a -8,39

L’osservatorio sulla crisi idrica dell’Autorità distrettuale del fiume: «La priorità resta quella dell’agricoltura»

Elisa Calamari

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13 Luglio 2022 - 05:00

Portata e livello in picchiata: il Po di nuovo a -8,39

CREMONA - Il livello del fiume Po è tornato a scendere inesorabilmente, assestandosi ieri fra i -8,37 e i -8,39 metri al vecchio ponte in ferro. E anche la portata è in picchiata, con 240 metri cubi al secondo nel tratto cremonese (contro una media stagionale mensile di 704) e addirittura 163 (media 561) nel tratto piacentino prima della diga di Isola Serafini. Dove l’impianto idroelettrico resta spento da quasi un mese. Alla luce di un bollettino drammatico, e di previsioni meteo che promettono ancora caldo intenso senza precipitazioni, l’Osservatorio sulla crisi idrica dell’Autorità distrettuale del fiume ha suggerito una serie di azioni soprattutto a vantaggio della zona del Delta.

«Per assicurare l’uso idropotabile delle province di Ferrara, Ravenna e Rovigo e per contrastare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee, riducendo allo stesso tempo i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici – è stato spiegato –, sono confermate le misure definite nella seduta precedente del 29 giugno: riduzione del 20% dei prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dal 23 giugno al 30 giugno; aumento dei rilasci dai grandi laghi, laddove possibile in funzione dei volumi e dei livelli disponibili; monitoraggio a cura di Terna e delle aziende idroelettriche del riempimento degli invasi idroelettrici alpini, al fine di valutare la possibilità di ulteriori rilasci aggiuntivi giornalieri senza intaccare la riserva strategica da garantire per l’uso idroelettrico».

Confermata la priorità data all’agricoltura: «In relazione alla necessità di limitare al massimo i potenziali ulteriori danni all’uso agricolo e di portare a termine il primo ciclo di raccolto – si legge sulla deliberazione dell’Osservatorio –, si condivide in linea generale la possibilità di mantenere le deroghe già assentite o da assentire al deflusso minimo vitale fino alla data del 22 luglio. A tal riguardo s’invitano le Autorità concedenti (Regioni, Province, Città Metropolitane, Province Autonome, Agenzie regionali, nel rispetto delle singole attribuzioni previste dall’ordinamento vigente) ad assumere nelle opportune sedi decisionali i provvedimenti adeguati all’attuazione delle misure suddette».


I contributi maggiori che potrebbero sostenere la magra del Po arrivano dalla Dora Baltea, a Tavagnasco in uscita Val D’Aosta circa 123 metri cubi al secondo; dal Ticino, in uscita dal lago Maggiore circa 167 mc/s; dall’Adda che in uscita dal lago di Como porta circa 156 mc/s; dal Mincio, in uscita dal lago di Garda circa 70 mc/s.

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