L'ANALISI
05 Luglio 2022 - 05:15
L'ospedale di Crema
CREMA - La cronica carenza di personale nelle corsie e negli uffici dell’ospedale è la prima delle sfide appuntate sull’agenda del direttore generale dell’Asst di Crema, Ida Ramponi. Che ha fissato strategie e finalità, nero su bianco, nelle 82 pagine del «Piano integrato di attività e organizzazione» per il triennio 2022-24. C’è un numero, su tutti, che delinea l’impegno dell’azienda: formalizzare 111 assunzioni a tempo indeterminato entro la fine dell’anno. Allo stato attuale più un desiderata, che un target effettivo. Ma che basta a tracciare con precisione la traiettoria della missione amministrativa.
Intanto un primo obiettivo, niente affatto scontato, Ramponi lo ha già centrato: la paventata chiusura a tempo del reparto di Psichiatria è ufficialmente scongiurata. «Dal 18 luglio il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura garantirà l’assistenza ospedaliera con quattro posti letto di degenza — annuncia la dg —. Per assicurare la presa in carico dei pazienti e una adeguata assistenza in caso di accesso al Pronto Soccorso di pazienti con urgenza di ricovero, in mancanza di posto letto libero, l’assistenza sarà garantita dallo specialista organizzando il trasferimento presso altra struttura disponibile». L’azienda socio sanitaria di Crema ha trovato un’intesa con l’Asst di Lodi per la presa in carico dei pazienti in via prioritaria all’ospedale di Codogno. «Intanto — aggiunge Ramponi — a metà mese scatterà la nomina del direttore della Struttura Complessa di Psichiatria». Un altro passo in avanti verso la risoluzione della fragilità del reparto.
Nel piano triennale — che, salvo sorprese dell’ultima ora, è da considerarsi definitivo, ancorché in attesa dell’ok ufficiale della Regione — si legge: «Complessivamente l’azienda per gli anni 2022 e 2023 ha la possibilità di assumere fino a 1.525 dipendenti», vale a dire 111 in più rispetto ai 1.414 attuali. Un organico, in questo momento, insufficiente a garantire le turnazioni: «Negli anni 2020 e 2021 si è assistito ad un costante trend di dimissioni del personale dipendente, sia di dirigenti medici sia di infermieri», certifica il documento programmatico. In particolare mancano all’appello 34 dirigenti medici e 36 infermieri, «nonostante siano in corso numerose procedure per il reclutamento del personale». Le discipline maggiormente in affanno sono quelle di «Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Radiologia e Ortopedia». L’inevitabile ricorso a incarichi libero professionali, cooperative e convenzioni con altre aziende socio sanitarie comporta un’impennata dei costi complessivi: la spesa per il personale è così arrivata a sfiorare i 78 milioni di euro. «Ovviamente garantire all’azienda un organico strutturato significa anche poter tagliare i costi», precisa la dg.
Sebbene i bandi di concorso siano frequenti e numerosi, non di rado le aspettative dell’Asst vengono disattese. «Ad esempio — sottolinea Ramponi — al concorso di Ginecologia hanno partecipato tantissimi specializzandi, ma nessuno ha accettato l’incarico a Crema». Un segno eloquente dell’endemica perdita di appeal delle strutture sanitarie pubbliche periferiche, in un mercato sempre più sbilanciato a favore del ricco settore privato. Nonostante la carenza di personale, l’ospedale di Crema ha dimostrato di saper assicurare performance di ottimo livello: lo testimoniano gli indicatori di efficacia delle prestazioni sanitarie, che accreditano il Maggiore tra i migliori della regione. «Risultano inferiori ai valori target gli indicatori di volume — si specifica però nel piano triennale — a causa della riduzione significativa dell’attività chirurgica per effetto della riconversione dei posti letto chirurgici in posti dell’area medica». Tuttavia «nel quarto trimestre si è dato corso a una netta ripresa dell’attività programmata». Nel processo di empowerment dell’Asst, sottolinea Ramponi, è centrale il rafforzamento dell'offerta dell’assistenza intermedia: «Per curare di più bisogna accordare maggiori spazi, risorse e attenzioni al territorio, affinché i collegamenti con la Medicina primaria siano strutturati e stabilizzati». Tradotto: la realizzazione della Casa di Comunità è un tassello fondamentale del nuovo piano sanitario.
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