SOS ACQUA
23 Giugno 2022 - 12:20
CREMA - L’Sos dei medici del reparto di Psichiatria dell’ospedale Maggiore è impresso — nero su bianco — nelle righe finali di due pagine fitte di analisi e riflessioni: «Appare impossibile garantire un’adeguata cura al cittadino utente secondo i livelli essenziali di assistenza, fino a configurarsi il rischio di interruzione di pubblico servizio».
L’allarme sigilla la lettera, datata 6 giugno, che i sette medici «superstiti» dell’unità operativa — erano undici fino a un anno fa — hanno indirizzato ai vertici dell’Asst di Crema. Il messaggio è esplicito: il personale è insufficiente a portare avanti l’attività ordinaria. Tanto più che l’organico è destinato ad assottigliarsi ulteriormente in tempi brevi, per effetto del pensionamento di un medico a luglio e delle dimissioni di un altro psichiatra a metà agosto. «L’organizzazione dell’estate — si legge — appare già al limite, se non oltre. Prevede anche che a turno i medici siano in ferie, per cui da giugno a settembre uno o due medici saranno alternativamente assenti. Pertanto la gestione delle tre strutture dell’unità operativa e della turnazione delle guardie e delle reperibilità si reggerà su quattro medici, che diventeranno tre» nel bel mezzo della stagione estiva.
I camici bianchi del reparto, in coda alla lettera, elencano «le uniche soluzioni» ritenute praticabili. La prima mossa è la «chiusura in tempi brevi del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, a tempo determinato, fino a reperimento di adeguato numero di psichiatri, contestualmente formulando accordi aziendali con Asst limitrofe»; il passo conseguente è la «sospensione della funzione di guardia festiva a reperibilità notturna degli psichiatri, che quindi si dedicherebbero all’attività ordinaria di Centro Psico Sociale e Comunità Riabilitativa ad Alta Assistenza, alle urgenze e alla consulenze nei reparti ospedalieri»; la terza e ultima manovra-tampone è la «copertura dei turni di guardia festiva e reperibilità notturna da parte di personale esterno».
Tradotto: il reparto di Psichiatria risulterà (giocoforza) fortemente depotenziato nell’arco della stagione estiva. A quanto risulta, il direttore generale dell’Asst, Ida Ramponi (che anche ieri ha preferito non rilasciare commenti), avrebbe già dato il suo avallo alle proposte avanzate dagli psichiatri. E l’ok sarebbe partito soltanto 48 ore dopo la ricezione della lettera. Come dire: il cahier de doléance dell’equipe di Psichiatria non è stato un fulmine a ciel sereno per la manager. Se il ridimensionamento del servizio è cosa ormai certa, è ancora tutta da definire la durata dell’impasse: un incontro con i portavoce dell’unità operativa e con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali verrà convocato per l’inizio di luglio. Tra una decina di giorni, dunque, la rimodulazione dell’attività avrà contorni più precisi. E si districheranno così i nodi della querelle politica che, nelle scorse ore, ha avuto per protagonisti l’assessore uscente (e medico del Maggiore) Attilio Galmozzi e il consigliere Laura Zanibelli.
Nella loro lettera, tra l’altro, i medici di Psichiatria definiscono i carichi di lavoro sulla base di numeri oggettivi: «Il Cps ha in carico circa 2 mila pazienti, con 400 nuovi pazienti all’anno e dieci prima visite alla settimana». E poi: «A organico completo i medici a tempo pieno in Cps hanno circa 300 pazienti pro capite, 150 per i medici che lavorano al mattino in Spdc e solo al pomeriggio in Cps». E con l’imminente aggravio della carenza d’organico «saranno circa 700 i pazienti da redistribuire» sui medici rimanenti. Insomma: servono potenti ricostituenti per superare l’emergenza estiva e ripristinare la piena funzionalità del servizio.
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