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L'ALLERTA IDRICA

Siccità, Giansanti: «Il Governo dichiari lo stato d’emergenza»

Il presidente di Confagricoltura: «Priorità all’uso dell’acqua per famiglie e agricoltura». Trebbiatura del grano anticipata di due settimane e mais a rischio: perdite al 30% e danni per 2 miliardi

Mauro Cabrini

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mcabrini@laprovinciacr.it

01 Luglio 2022 - 05:30

Siccità, Giansanti: «Il Governo dichiari lo stato d’emergenza»

CREMONA - Cinque millimetri di pioggia, sono caduti tra la sera e la notte di mercoledì sui campi cremonesi feriti dalla siccità e attraversati da crepe sempre più profonde nel loro essere simbolo plastico di una crisi che dura ormai da quasi un mese: nemmeno un sollievo minimo per l’agricoltura, resiliente eppure vicinissima allo stremo. Costretta a fronteggiare già ora danni che in prospettiva si annunciano devastanti, causati dalla trebbiatura del grano anticipata mediamente di due settimane e da una sensibile diminuzione della quantità e della qualità del raccolto: colpa di un maggio più caldo del solito e di una carenza d’acqua che si è acuita nel mese di giugno colpendo anche gli altri cereali, a cominciare da mais e riso.

SETTORE PRIMARIO VITTIMA DELL'EMERGENZA

E qui, fra Cremona e il suo territorio, tra Cremasco e Casalasco come in tutto il resto del nord Italia, ora il rischio è che anche la produzione della frutta che matura a luglio e agosto sia irrimediabilmente compromessa. Con il settore primario prima vittima dell’emergenza.

Non a caso, forte e chiaro, determinato quanto può esserlo un appello lanciato sul filo della disperazione, si alza di nuovo la voce di Confagricoltura: «Chiediamo al Governo, innanzitutto, che venga dichiarato lo stato d’emergenza — sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti —. Stiamo rischiando di non portare a termine le coltivazioni primaverili e già per quelle invernali la raccolta dei cereali di questi giorni sta andando malissimo, con perdite al 30% e per l’Italia di oltre 2 miliardi di euro, in un momento in cui tutti ci chiedevano di produrre cereali. È necessario dare delle priorità sull’uso delle acque, certamente prima le famiglie ma subito dopo l’agricoltura».

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Soluzioni, queste, che servono a tamponare l’emergenza, non certamente a risolverla strutturalmente.

«Per il futuro, però, è necessario costruire invasi e bacini di accumulo — ammoniscono gli operatori agricoli — perché con le infrastrutture attuali riusciamo a trattenere, in inverno e in autunno, appena il 10% dell’acqua piovana. Il restante 90% si disperde».

Così, nel tentativo di proteggere almeno il futuro, Confagricoltura guarda alle risorse del Pnrr e domanda che vengano riorientate per realizzare bacini di accumulo che utilizzino le piogge ormai sempre più concentrate in pochissimi momenti dell’anno.

«Per realizzare rete di distribuzione efficaci, anche in termini di dispersione, e utilizzare la tecnologia esistente per ottimizzare l’impiego di quelle acque irrigando, attraverso ad esempio il monitoraggio satellitare, solo dove serve e quando serve», entra nel merito dettando soluzioni possibili, Annamaria Barrile, direttore generale di Confagricoltura.

Tecnologia significa irrigazione di precisione, a goccia ad esempio, ma anche i droni.

«Proprio i droni hanno il compito di sorvolare l’appezzamento del terreno e di rilevare attraverso i propri sensori quali sono le aree particolarmente siccitose, dando input all’agricoltore di intervenire solo dove effettivamente c’è carenza di acqua», conclude il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia.

Su tutto, con il fronte salvifico dell’irrigazione che resta ovviamente prioritario, rimangono inderogabili — e non più prorogabili — le tre mosse suggerite l’altro ieri, nel corso del vertice in Prefettura convocato dal prefetto Corrado Conforto Galli, dai Consorzi di Bonifica locali, il Consorzio irrigazioni cremonesi, il Dugali Naviglio Adda-Serio e il Naviglio civico Cremona: immediato rilascio di risorse idriche dagli invasi alpini, deroga al deflusso minimo vitale e ai livelli minimi di regolazione del lago di Como. È la sopravvivenza, l’obiettivo.

Lo conosce anche il governatore Lombardo, Attilio Fontana: «Se non cambieranno le condizioni climatiche, con le operazioni che abbiamo posto in essere abbiamo la garanzia di acqua fino all’8, massimo 9 luglio. Poi, se non dovesse piovere, ci sarà un problema — ha ammesso ieri —. E parlo di acqua per l’agricoltura».

Il Governo, ha assicurato il premier Mario Draghi, «è pronto ad approvare i piani di emergenza delle Regioni».
Presumibilmente lunedì.

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