L'ANALISI
28 Giugno 2022 - 05:30
CREMONA - Il Po ha guadagnato ancora qualche centimetro (ieri a Cremona il livello idrometrico è stato compreso fra i -8,09 metri del mattino e i -8,12 del pomeriggio) ma la giornata torrida non è di certo stata un toccasana per le colture.
In attesa della probabile pioggia prevista già oggi, il segretario dell’Autorità distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli, lancia un appello: «Dobbiamo eliminare la polverizzazione di competenze sul fiume: ci sono troppi enti e troppe istituzioni. E di conseguenza, la comunità fatica anche a capire».
Si rivolge quindi allo Stato, invocando un maggiore coordinamento tra Ministeri e Regioni, almeno per quanto riguarda gli investimenti da mettere subito in campo per il settore acqua: «Serve accelerare – continua – . E quindi è importante ci sia un coordinamento unico che faciliti e velocizzi l’adattamento al cambiamento climatico». Tesi che verrà portata anche nella prossima riunione dell’Osservatorio sulla crisi idrica, in programma domani.
Fra le varie soluzioni ipotizzate da più parti c’è la bacinizzazione, ma Andrea Agatipo Ludovidici, responsabile acque di Wwf Italia, non è d’accordo: «L’idea risale agli anni ’60, si rifà al progetto Simpo, testimone di un’Italia molto diversa dall’attuale. Proponeva un’opera faraonica per la navigazione commerciale la cui utilità, già discutibile allora, è venuta a mancare con le scelte successive sui trasporti. Il bacino del Po, poi, è già fortemente bacinizzato: nelle Alpi e negli Appennini ci sono dighe, grandi e piccole. Pensiamo al vertiginoso proliferare del mini-idroelettrico, ma ci sono anche gli invasi per altri scopi, come per l’innevamento artificiale. I grandi laghi sono tutti regolati da dighe e paratoie, il deflusso nella rete idrografica minore è regolato, soprattutto dai Consorzi di bonifica, con chiuse e paratoie per gestire i flussi e la distribuzione dell’acqua».
Dal Wwf viene sottolineato che la disponibilità d’acqua del Po è calata dell’11% nel periodo 2001-2019 rispetto al periodo 1971-2000, pertanto è indispensabile ridurre gli sprechi partendo anche da un’efficiente manutenzione della rete di distribuzione. E viene appoggiata la proposta di un unico ente regolatore: l’Autorità di bacino distrettuale. Infine, Ludovici richiama attenzione sui progetti di ripristino ambientale: «Come quello di rinaturazione del Po, proposto da Wwf e Anepla e inserito nel Pnrr. Può contribuire a recuperare quei fondamentali servizi ecosistemici che consentono di rispondere naturalmente alle sempre più frequenti e violente sollecitazioni dovute ai cambiamenti climatici. È ciò che chiede l’Europa con la direttiva quadro acque e con la strategia europea della biodiversità per il 2030, che impegna gli Stati membri al ripristino di 25 mila chilometri di continuità fluviale».
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