L'ANALISI
L'EMERGENZA IDRICA: IL VIDEO
27 Giugno 2022 - 05:20
CREMONA - Manca l’acqua, ma non è solo colpa del clima. Nei giorni della crisi idrica in pianura, con i ripetuti appelli ai cittadini di razionalizzare l’uso domestico, a non sprecare l’acqua, di acqua se ne spreca. Anche al cimitero, goccia dopo goccia. Il problema? Le fontanelle (non tutte) situate nei vari comparti del camposanto. Fontanelle con pulsante a spinta. Ma vuoi per l’usura vuoi per il calcare, dopo averlo premuto per far scorrrere l’oro blu, il pulsante si incastra, non esce più. «E non tutte le persone, molte delle quali anziane, riescono a disincastrarlo», racconta chi al cimitero si reca tutti i giorni.
«E’ il caso delle fontanelle situate nei comparti G e R. Sabato l’acqua scendeva. Il pulsante era incastrato. L’ho disincastrato io». Ma ancora ieri mattina, da una delle fontanelle scendeva l’oro blu a vuoto. «Che spreco. Ho estratto io il pulsante», racconta un’altra signora. C’è, poi, il caso della fontanella situata nel comparto T, vicino all’ex forno crematorio. La fontanella è rotta, l’acqua sgorga. Spreco. «Le segnalazioni sono state fatte, ma non è cambiato nulla. Una soluzione ci sarebbe. Anziché a pressione, dovrebbero mettere i rubinetti, molto più comodi anche per le persone anziane. Io un giorno l’ho detto al custode. La risposta? ‘Sì, ma tanto la gente non chiude i rubinetti’. Sono rimasta di sasso. Le persone non sono stupide. A casa tua il rubinetto lo chiudi. Lo stesso vale al cimitero».
Per evitare gli sprechi, basta poco. Forse la gente non se ne è mai resa conto. E se ne sta rendendo conto adesso, svegliata dall’allarme siccità. Efficace è il paragone che il giornalista Marco Brando ha scritto nel suo pezzo ‘L’enorme spreco della risorsa più preziosa’ pubblicato sul magazine Atlante il 31 marzo scorso. «Supponete di fare il pieno per la vostra auto, di spendere un centinaio di euro e di perdere un terzo del carburante lungo la strada tra il distributore e il garage, perché il serbatoio è bucato. La circostanza può provocare due tipi di reazioni. Prima reazione: vi imbufalite e fate aggiustare la falla. Seconda reazione: non intervenite, fatalisticamente convinti che la falla non sia aggiustabile. Ebbene, in Italia sembra più trendy la versione fatalistica. Però non capita con il carburante, al cui consumo stiamo ben attenti. Succede con un altro liquido, che ‒ senza offesa per i petrolieri ‒ è assai più importante della benzina. Qual è? La ‘banale’ acqua potabile, tanto preziosa quanto, dalle nostre parti, data per scontata. Invece è una risorsa sempre più scarsa al livello planetario e bisognerebbe preservarla».
Tuttavia, prosegue Brando, nel nostro Paese questa risorsa non è tutelata nel modo opportuno; anzi, viene sprecata. Lo dice un recente report dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), pubblicato il 21 marzo. Il reporty, infattim restituisce un quadro della situazione italiana «a dir poco sconfortante; riguarda i consumi nei 109 capoluoghi di provincia e città metropolitane tra 2019 e 2021: va perduto oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione». In totale, nel 2020 «sono andati dispersi 0,9 miliardi (900 milioni) di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018), con una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi (44 nel 2018)». Per farsi un’idea delle proporzioni, «basti pensare che ogni anno i nostri acquedotti “smarriscono” tanta acqua quanto quella contenuta in 360.000 piscine olimpioniche e quasi il doppio del contenuto medio del Trasimeno, quarto tra i laghi d’Italia per estensione, dopo quello di Como».
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