L'ANALISI
14 Giugno 2022 - 09:36
Il cartello affisso sulla porta all’esterno del presidio della Guardia medica in via Santa Maria in Betlem e una visita medica
CREMONA - Guardia medica chiusa nel weekend appena trascorso a causa «dell’impossibilità di coprire tutti i turni da parte dell’esiguo numero di medici rimasti in organico». Il cartello scritto a mano era affisso ancora ieri mattina sul vetro della porta del presidio della Guardia medica in via Santa Maria Betlem. E lo hanno letto sabato Antonio, 74 anni, e sua moglie Antonella, 58, sofferente per un dolore all’orecchio: «Mia moglie — racconta lui — aveva l’orecchio viola e la febbre a 38. Forse per la puntura di un insetto. Siamo andati in farmacia, dove l’hanno esaminata e ci hanno invitato ad andare subito alla guardia medica. E ci hanno anche dato il numero da chiamare per entrare in contatto con il servizio di Continuità assistenziale, il 116117. Ma a quel numero non ha risposto nessuno: abbiamo provato due volte facendo squillare il telefono per circa 20 minuti complessivamente. Allora ci siamo decisi ad andare di persona in via Santa Maria in Betlem. Lì abbiamo letto il cartello. E, tra l’altro, fuori dalla porta c’era un altro signore in motorino con un piede gonfio che ci aveva detto di aver provato anche lui inutilmente a chiamare il numero 116117. Io al Pronto soccorso non volevo andare: l’ultima volta ci ho passato 12 ore. Quindi abbiamo letto sul cartello che fra i presidi disponibili più vicini c’era Gadesco e siamo andati là. Ma anche a Gadesco abbiamo trovato chiuso. Alla fine siamo andati alla farmacia di Gadesco dove hanno dato a mia moglie un antistaminico e una pomata al cortisone e il problema si è risolto. Ma è una cosa assurda, una di quelle situazioni che senti raccontare ma non ci credi. Alla fine sei obbligato ad andare ad intasare il Pronto soccorso».
Visto che l’organico è carente e il periodo delle ferie estive incombe, la situazione dell’ultimo weekend si ripeterà? Lo abbiamo chiesto all’Ats Val Padana che ha risposto con il direttore sanitario Silvana Cirincione e il dirigente medico del Dipartimento cure primarie Lucio Aramini: «C’è stata una ‘scopertura’ nei turni sabato che si riproporrà fra 15 giorni, ma stiamo lavorando per coprirla. Del resto la situazione di carenza dei medici colpisce tutti i settori e come Ats abbiamo messo in campo tutte le risorse per poter reperire i camici bianchi necessari. In ogni caso è importante sottolineare che tutto questo non causa alcun disservizio ai cittadini. Non è previsto, infatti, l’accesso diretto al presidio. Chi ha un’emergenza deve chiamare il 112, chi invece ha un’urgenza deve formare il numero della Centrale unica regionale 116117 che visualizza i turni e le presenze dei medici del servizio di Continuità assistenziale (non si chiama più Guardia medica), effettua un triage telefonico e quindi, se è il caso, invia a domicilio del paziente il medico più vicino o invita il chiamante a recarsi al Pronto soccorso. Sono quasi tre anni che c’è questo numero a cui abbiamo dato molta pubblicità e che è scritto dappertutto».
«L’accesso al servizio di Continuità assistenziale avviene solo così, non è previsto l’accesso diretto ai presidi. La normalità è che il medico vada a visitare a domicilio il paziente se ritiene che la sua situazione non sia rinviabile fino all’entrata in servizio del medico di base. Come Ats stiamo lavorando chiedendo ai colleghi di incrementare i turni di servizio alla Continuità assistenziale, ma la carenza di medici ci mette in difficoltà. Ora speriamo che l’applicazione del nuovo contratto dei medici di medicina generale possa introdurre dei miglioramenti. E miglioramenti arriveranno anche con le Case di comunità».
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