L'ANALISI
28 Maggio 2022 - 05:05
Lo stabilimento di Pozzaglio
POZZAGLIO - Il Ministero dello sviluppo economico sostiene il piano di rilancio Walcor, storica azienda dolciaria di Pozzaglio, specializzata nella produzione di cioccolato. È stata infatti formalizzata l’operazione d’investimento di oltre 25 milioni di euro, supportata dal fondo dedicato alla salvaguardia di imprese e lavoratori gestito da Invitalia per conto del Mise, che ha partecipato con una quota di minoranza di 10 milioni di euro affiancando l’investitore privato JP Morgan e attuale socio di maggioranza dell’azienda cremonese.
«Con questa operazione d’investimento su Walcor - si legge in un nota del Mise - si conferma la validità di un metodo di intervento introdotto dal ministro Giancarlo Giorgetti per rilanciare la Corneliani di Mantova e che è stato poi applicato anche per altre imprese». «Con l’intervento di investitori privati abbiamo potuto attivare risorse pubbliche per rilanciare un marchio storico dell’industria dolciaria italiana, la Walcor, azienda cremonese, famosa per la produzione di buonissima cioccolata», dichiara il ministro Giorgetti. «Il metodo Corneliani continua ad essere un importante strumento a disposizione di aziende che - prosegue - hanno potenzialità di mercato in grado di renderle competitive, salvaguardando così le competenze dei propri lavoratori».
Lo scorso febbraio era arrivato il sì del giudice al concordato preventivo e la Walcor aveva tirato un sospiro di sollievo. «Sì, la Walcor ce l’ha fatta» aveva detto Aldo Santini, fino ad un mese fa a capo dell’impresa dolciaria che nel frattempo è diventata Spa, 200 dipendenti, primo impianto in Italia per capacità produttiva di uova di Pasqua. Nel mondo, è il primo produttore di monete di cioccolato, che dall’insediamento di Pozzaglio vanno in cinque Continenti. E terzo player di mercato nelle calze della Befana. Assieme ad un nuovo pool di consulenti si è dato inizio ad un profondo processo di riorganizzazione e ristrutturazione interna, contando sulle solide fondamenta industriali, linee produttive all’avanguardia e su una storicità di prodotto consolidata.
A marzo del 2020, la decisione «obbligata» di chiedere l’apertura del concordato in bianco per dare attuazione ai doverosi interventi di riorganizzazione e rilancio. Il 29 aprile di un anno fa, il Tribunale aveva dichiarato formalmente aperta la procedura di concordato preventivo in continuità. Poi, in febbraio l’omologa. La Walcor, azienda iscritta al registro dei marchi storici, ha proseguito nella finalizzazione di un riassetto societario che vede la partecipazione di nuovi soci di altissima levatura quali JP Morgan Asset Managment e di una istituzione statale, Invitalia.
«Dopo l’omologa e l’entrata nella compagine societaria dei nuovi partner, per la Walcor si è aperto un futuro di rilancio e sviluppo senza precedenti e stabilità per le numerose famiglie delle persone che vi lavorano», dice Aldo Santini. «Il mio lavoro è finito, come da programma. A titolo personale dico che la notizia dei 25 milioni e l’arrivo del Mise rappresenta qualcosa di straordinario, ancora più grande se ripenso a certi momenti. Grazie a chi vuole e ha voluto bene alla Walcor».
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