L'ANALISI
05 Febbraio 2022 - 05:20
Il patron della Walcor Aldo Santini e l’azienda nata nel 1954, specializzata nella lavorazione del cioccolato
POZZAGLIO - Arriva il sì del giudice al concordato preventivo e la Walcor tira un sospiro di sollievo. «Sì, la Walcor ce l’ha fatta». Si toglie un peso Aldo Santini, a capo dell’impresa dolciaria, 160 dipendenti, primo impianto, in Italia, per capacità produttiva di uova di Pasqua; nel mondo, primo produttore di monete di cioccolato, che dall’insediamento di Pozzaglio vanno in cinque Continenti. E terzo player di mercato nelle calze della Befana. «Devo ringraziare i ‘miei’ manager – dice Santini -. In particolare, il dottor Capuano e il dottor Ceriotti, che, senza risparmiarsi, hanno condiviso con me un percorso durissimo con la loro preziosa competenza e determinazione». Il grazie a «tutti coloro che in questo periodo di incertezze, hanno mantenuto la loro fiducia in noi: primi fra tutti, i dipendenti ed i fornitori delle materie prime e dei servizi essenziali e, non ultima, la clientela di primo ordine che è rimasta compatta. Le uova di Pasqua della Walcor e le monete di cioccolato, sono state spedite in tutt’Italia e in tutto il mondo». Il «doveroso e sincero ringraziamento agli organi della procedura e per essi, i componenti del Collegio della sezione fallimentare del Tribunale di Cremona, oltre al Commissario Giudiziale, che ha svolto un lavoro immenso».
Impresa nata a Pozzaglio nel 1954, la Walcor. Nell’ottobre del 2019, dopo l’improvvisa scomparsa di Carlo Santini, fratello di Aldo, imprenditore di riferimento e amministratore unico da sempre, l’azienda ha dovuto affrontare un periodo di crisi «dovuto essenzialmente ad una forte esposizione finanziaria, seguita poi dagli stravolgimenti di mercato a causa della pandemia», spiega Santini, passato al timone. «Assieme ad un nuovo pool di consulenti, in primis Daniela Savi, Danilo Tomasi e all’avvocato Francesco Santangelo — prosegue l’imprenditore — si è dato inizio ad un profondo processo di riorganizzazione e ristrutturazione interna, contando sulle solide fondamenta industriali, linee produttive all’avanguardia e su una storicità di prodotto consolidata». In piena emergenza pandemica, il nuovo amministratore ha «fortemente voluto dimostrare che l’azienda era viva, degna di restare sul mercato e capace di mantenere gli importanti livelli occupazionali».
A marzo del 2020, la decisione «obbligata» di chiedere l’apertura del concordato in bianco «per dare attuazione ai doverosi interventi di riorganizzazione e rilancio». Il 29 aprile di un anno fa, il Tribunale ha dichiarato formalmente aperta la procedura di concordato preventivo in continuità. Ieri l’omologa. La Walcor, azienda iscritta al registro dei marchi storici, prosegue, ora, nella finalizzazione di un riassetto societario che vedrà la partecipazione di nuovi soci di altissima levatura quali JP Morgan Asset Managment e di una istituzione statale, Invitalia. «Il mio compito è quasi finito – conclude Aldo Santini —. Dopo l’omologa e l’entrata nella compagine societaria dei nuovi partner, per la Walcor si apre un futuro di rilancio e sviluppo senza precedenti e stabilità per le numerose famiglie delle persone che vi lavorano. Ce l’abbiamo fatta».
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