L'ANALISI
27 Maggio 2022 - 12:45
Luca in tribunale col il papà Nino e mamma Nadia
CREMONA - Dieci giorni fa, aveva incassato il no dal gup ad essere ammesso al rito abbreviato. Oggi, Giovanni Carrera, il tassista accusato di aver sequestrato sul suo taxi van, la notte di Natale, Luca Lombardo, 27 anni, e di lesioni gravissime il ragazzo cadde dal mezzo in corsa con il portellone aperto e tutto per 10 euro, ha incassato il secondo no. Stavolta, dal giudice del dibattimento, Chiara Tagliaferri, alla quale la difesa aveva riproposto (poteva farlo) l’istanza di ammissione al rito alternativo sempre subordinato a sentire l’ingegnere Davide Manfredi, il consulente tecnico che ha effettuato una perizia cinematica per conto di Carrera.
La perizia, 29 pagine in tutto, è stato il terreno di scontro, in aula. Come ha spiegato l’avvocato Lenita Cipollari, difensore del tassista insieme all’avvocato Paolo Bregalanti, secondo Manfredi, Carrera non aveva schiacciato il piede sull’acceleratore, ma viaggiava "a 30-38 chilometri, comunque ad una velocità inferiore di 10 chilometri rispetto a quella rilevata dalla Squadra Mobile". Ed ancora, che "il consulente tecnico non ha rilevato alcun comportamento anomalo" nella guida del tassista. No all’abbreviato. Carrera affronterà il processo ordinario, nel quale oggi Luca Lombardo si è costituito parte civile solo in relazione al sequestro di persona. I danni per le gravi lesioni subite, li chiederà in una causa civile. Nel processo si sono costituti parte civile anche i suoi genitori, mamma Nadia e papà Nino, i quali lamentano un "danno riflesso" per dirla con gli avvocati Alberto Gnocchi e Fabio Sbravati. La difesa è stata ammessa a citare il responsabile civile: la Cattolica Assicurazioni.
L’udienza dell’ 8 luglio prossimo sarà dedicata a stilare la lista dei testimoni, poi si rinvierà. Saranno certamente sentite Alessia e Ramona, le amiche di Luca quella sera sul taxi con lui, dopo la serata trascorsa alla Chiave di Bacco. Luca abita a Sospiro. Aveva l’auto parcheggiata in piazza Marconi, poteva guidare, non aveva bevuto (lo confermeranno i test), ma i tre amici avevano tirato tardi e come d’abitudine, preferivano dormire fuori casa. Alle due e mezza di notte Luca chiamò il taxi. Davanti all’hotel, la lite per 10 euro. La corsa costava 20 euro, i ragazzi ne avevano 10 in spiccioli, volevano pagare con il bancomat. Secondo le ragazze, Carrera si arrabbiò. Non aveva il pos. Ramona e Alessia "spaventate", scesero dal taxi. Stava scendendo anche Luca, ma secondo l’accusa, Carrera ripartì con il portellone aperto, imboccò una curva a gomito, fece manovre pericolose, contromano. In via Mantova, Luca finì sull’asfalto, Un abotta violentissima alla testa. Finì in Terapia Intensiva prima (coma indotto dai farmaci), in Neurochirurgia poi. I suoi vuoti di memoria li sta piano piano colmando.
Oggi in aula non c’era Carrera, agli arresti domiciliari dal 16 febbraio scorso, dopo la telefonata choc intercettata dalla Squadra Mobile il 7 febbraio. Il tassista aveva appena terminato l’interrogatorio dal pm Messina. Si attaccò al cellulare: "Il pm mi ha detto che il ragazzo è a casa, ma non ci sta con la testa. Bene, così non può raccontare la sua versione. È una cosa positiva". Alle 9.17 di oggi il giudice ha chiamato il processo. Ha preso la parola l’avvocato Cipollari. "La difesa reitera l’istanza già fatta da gup di rito abbreviato condizionato all’audizione dell’ingegnere Manfredi, rilevando che la sua attività sia integrativa e non sostitutiva rispetto a quella già svolta in sede di indagini, avendo riesaminato gli elementi raccolti dalla Squadra Mobile servendosi di metodi scientifici, ricostruendo in 3 D lo stato dei luoghi, con una precisione al centimetro". Metodi scientifici "ulteriori rispetto allo strumento di Google Maps utilizzato dalla polizia, essendo in tal modo pervenuto a conclusioni specifiche relative sia alla velocità istantanea che media, risultati tutti raccolti nella relazione del consulente, del quale la difesa chiede sin da ora la produzione".
Dopo la difesa, ha preso la parola il pm Messina, il quale, non opponendosi alla richiesta di abbreviato condizionato, sulla perizia di Manfredi ha, però, fatto alcune osservazioni. In particolare, che "la Squadra Mobile aveva già provveduto a stabilire la velocità a cui guidava Carrera mediante analisi accurate", analisi che "hanno tenuto conto anche dei tabulati telefonici e delle riprese effettuate dalla telecamera di video sorveglianza". In ogni caso, ha concluso, qualora il giudice volesse accogliere l’istanza della difesa, "chiedo di sentire, a prova contraria Luca Lombardo".
L’avvocato di parte civile Sbravati ha rilevato che "i risultati della consulenza tecnica della difesa appaiono inidonei a provare l’effettiva condotta di guida dell’imputato, considerato che la velocità istantanea è stata calcolata dal consulente tecnico solo in relazione ad un brevissimo tratto – 40 metri - a fronte di un percorso ben più lungo – 504 metri - e rispetto al quale, la Squadra Mobile ha ben calcolato la velocità istantanea relativa a tutti i 504 metri. Sbravati ha inoltre osservato che "diversamente da quanto affermato dalla difesa dell’imputato, non si è trattato di un percorso lineare, bensì caratterizzato da tre curve, di cui una a gomito, motivo per cui non trattandosi di un rettilineo, il dato della velocità media è insignificante".
Alle 9.40 il giudice si è ritirato in camera di consiglio. E’ uscito venti minuti dopo. No al rito abbreviato condizionato a sentire il consulente tecnico Manfredi, la cui relazione "appare sostitutiva e non integrativa". E sentire Luca come prova contraria in un rito abbreviato, si snaturerebbe il rito stesso.
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