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LA SENTENZA

Truffa ai clienti, prove insufficienti per l'ex broker

Assolta Luisa Luigia Sansevrino accusata di aver truffato l'anziano Ernesto. Il giudice Beraglia: «Il fatto non sussiste»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

25 Maggio 2022 - 17:06

Truffa ai clienti, prove insufficienti per l'ex broker

Il tribunale di Cremona

CREMONA - Per dirla con l’avvocato della difesa, «un conto è essere un cattivo promotore finanziario, un conto è commettere reati». E al processo non è stata raggiunta la prova che Luisa Luigia Sansevrino, 64 anni, avesse truffato l’anziano Ernesto — casa e bottega prima della pensione, una vita di sacrifici e risparmi — e sua moglie operaia pensionata. E nemmeno altri due ex clienti: madre e figlio.


Il giudice Francesco Beraglia oggi ha assolto l’ex broker dal reato di truffa «perché il fatto non sussiste» (la vecchia insufficienza di prove»). Sessanta giorni per la motivazione della sentenza.
Il pm aveva chiesto di condannare Sansevrino a 1 anno e 6 mesi di reclusione. Gli avvocati di parte civile, Irene Maggi e Paolo Mirri, legali dell’anziano Ernesto e della moglie, avevano chiesto 160 mila euro di risarcimento danni (100 mila di provvisionale). Cinquanta mila euro (una provvisionale) li aveva invece chiesti l’avvocato di parte civile Paolo Zilioli per madre e figlio. Un processo nato male per l’accusa già all’esordio: un capo di imputazione così generico che la difesa sollevò l’eccezione di nullità, accolta. Il capo di imputazione venne riformulato, un anno fa si ricominciò. Nel caso di Ernesto e moglie, i conti non tornavano per 60 mila euro. Nel caso di madre e figlio per 31.700 euro.


«Il Tribunale assolve...» In aula oggi c’era l’anziano Ernesto che un anno fa al processo fa raccontò la sua storia di cliente della Sansevrino conosciuta nel 1999, lui correntista al Credito Commerciale, lei allo sportello. Ernesto le affidò i risparmi di una vita: 200 milioni di vecchie lire. «Quando si è dimessa dalla banca, mi ha detto: ‘Vieni da me, vedrai che ti troverai bene’. Mi ha chiesto di investire il patrimonio». Ernesto e moglie la seguirono. Sansevrino passò ad Area Banca spa. «Le ho dato due assegni da 100 milioni l’uno. Ogni due, tre mesi ci vedevamo in banca. Poi, lei ha cominciato a cambiare banca». Invest Banca spa, Banca Network Investimenti, Azimut Holding, Finanza e Futuro. «Io mi fidavo della Sansevrino , perché mi aveva promesso buoni guadagni. Mi ricordo di averle dato in contanti anche 50 mila euro in un paio di occasioni. Non mi spiegava mai se era una cosa rischiosa o no. Non mi spiegava nulla dei documenti che mi metteva sotto gli occhi».

Pezzi di carta «su cui scriveva la cifra, indicava gli investimenti. Quando le portavo i rendiconti che la banca mi spediva a casa, lei ci riempiva di discorsi inutili. Li vedeva, li stracciava. Uscivo solo con i foglietti scritti da lei, c’era il totale, noi ci credevamo. Ero in totale fiducia. Poi ho scoperto che i soldi non c’erano. La Sansevrino non si faceva più trovare». In aula c’erano madre e figlio. Non si è mai vista, invece, la broker affermata, un vasto portafoglio clienti, ma «angosciata», in preda ad attacchi di panico, sopraffatta dal turbamento, perché non riusciva a gestire le pressioni derivate dalla professione, secondo i tre psichiatri che la valutarono dall’agosto del 2013 al 2017, l’anno in cui fu cancellata dall’Albo.

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