L'ANALISI
23 Maggio 2022 - 16:01
BRESCIA - Al centro della vicenda una villetta bifamiliare a Mompiano nel Bresciano che una giovane coppia pensava di ristrutturare.
L'inquilino cremonese 42enne aveva preso in affitto l'appartamento al primo piano nel 2019 con un contratto di undici mesi non rinnovabile. Solo nei primi mesi aveva pagato l'affitto e per i successivi due anni non aveva permesso ai legittimi proprietari di entrare minacciandoli anche con un martello.
Il 42enne era stato condannato a 5 mesi e 10 giorni per la minaccia aggravata dall'uso del martello e per porto d'oggetto atto a offendere. Era stato invece disposto il non luogo a procedere per altre minacce, la violazione di domicilio e il danneggiamento. L'accusa aveva chiesto una condanna a due anni di carcere.
Nelle motivazioni i giudici hanno spiegato che l'occupazione non è penalmente rilevante perché «quella non era un'abitazione abitata stabilmente». All'epoca dei fatti era un appartamento disabitato. È quanto scritto dal gup Andrea Gaboardi nelle motivazioni della sentenza.
Il cremonese tecnicamente era un inquilino moroso perché aveva smesso di pagare l'affitto dovuto continuando a vivere nello stesso appartamento. Però per i giudici non si trattava di una privata dimora ma di un appartamento disabitato.
Il tribunale ha riconosciuto «il grave inadempimento contrattuale da parte dell'imputato, che si è pervicacemente rifiutato di abbandonare l'immobile (...), precludendo al legittimo proprietario il pieno esercizio del suo diritto».
Sull'accusa di violazione di domicilio il giudice riconosce il comportamento illecito non però la rilevanza penale citando la Cassazione.
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