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CASALMAGGIORE

Omicidio Tanzi, l’ergastolo a Mallardo: «Patrick non è pentito»

Le motivazione sulla sentenza dell’11 aprile. L’omicidio a Parma nel maggio del 2021

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

25 Maggio 2022 - 05:20

Omicidio Tanzi, l’ergastolo a Mallardo: «Patrick non è pentito»

Daniele Tanzi e l'omicida Patrick Mallardo

CASALMAGGIORE - «L'imputato non ha mostrato alcuna resipiscenza, non si è assunto alcuna responsabilità». Questo uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo emessa l’11 aprile scorso nei confronti di Patrick Mallardo dalla Corte d’assise di Parma per l’omicidio del 18enne Daniele Tanzi di Casalmaggiore, avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 maggio dello scorso anno nell’ex mulino di Parma. Nessun ravvedimento o pentimento, insomma. Mallardo, secondo i giudici, «ha cercato di mettere in cattiva luce» la sua ex fidanzata Maria Teresa Dromì e lo stesso Tanzi, «come se in qualche misura quanto accaduto potesse essere ricondotto a comportamenti scorretti o minacciosi tenuti dagli stessi».


Il movente? La gelosia, che però come movente era così banale da far scattare alla fine l'aggravante dei futili motivi. «Solo un pretesto — spiegano i giudici — per dare sfogo alla propria aggressività nei confronti di Tanzi». «È plausibile — si legge nelle motivazioni dei giudici — che la decisione di uccidere Tanzi sia stata presa dal Mallardo solo alle ore 22 del 4 maggio 2021 (Daniele morirà tra le 23,30 e l'una) allorché egli, già arrabbiato per le risposte ricevute nel pomeriggio dalla Dromì, che gli aveva rappresentato di aver in qualche modo ripreso la relazione con il Tanzi, una volta venuto a conoscenza del fatto che la Dromì e Tanzi erano andati insieme (lei gli aveva inviato dei messaggi dicendogli che erano alla ‘fabbrica’, nda), ha deciso di approfittare delle circostanze di tempo e di luogo favorevoli e quindi di liberarsi del rivale in amore».

Non aveva premeditato l’omicidio, per la Corte: troppo breve, considerando quanto chiarito dalla giurisprudenza, il lasso di tempo tra il progetto e l'esecuzione dell’omicidio. Certo è che dopo il fatto Mallardo ha fornito versioni un po’ contrastanti. Durante il processo ha detto che il carcere gli ha «cancellato la memoria», ma nei momenti immediatamente successivi al delitto aveva confessato tutto agli inquirenti, senza la presenza del difensore, e anche quando era già in via Burla, a più di un mese dall'omicidio, aveva detto alla madre: «Tutti i movimenti me li ricordo, filo per filo...». Secondo la Corte, le dichiarazioni in udienza sono state «dettate da una strategia processuale, quella di apparire come persona incapace di intendere e volere». In realtà però Mallardo aveva descritto senza esitazioni la relazione con l'ex fidanzata Maria Teresa Dromì e le minacce ricevute da Daniele, che aveva preso il suo posto al fianco della ragazza. La Dromì, distesa accanto a Daniele nella «fabbrica», al momento dell’uccisione. Pure lei rimase ferita lievemente.

I giudici scrivono anche che «non è stato acquisito alcun elemento che possa portare a ritenere che le coltellate al Tanzi siano state inferte da persona diversa da Mallardo». Una vicenda drammatica che ha unito le sorti di tre giovanissimi che spesso si vedevano al parco Ducale della città emiliana. Mallardo non sopportava che Maria Teresa avesse scelto di restare con Daniele, nonostante Patrick l'avesse lasciata qualche mese prima, anche perché tre giorni prima erano stati insieme, eppure lei non aveva detto addio a Daniele. Un accumulo di gelosia sfociato in un gesto inconsulto e irrimediabile: 33 coltellate. Mallardo resta in carcere, in attesa del processo d’appello.

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