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CREMONA

Rapina alla pasticceria Biancaneve. Perizia psichiatrica sul 19enne

All’udienza del 22 aprile prossimo sarà affidato l’incarico all'esperto. A fine febbraio, l’abbraccio a una donna di mezza età per portarle via la borsa dal cestino della bicicletta

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

02 Aprile 2022 - 14:14

Rapina alla pasticceria Biancaneve. Perizia psichiatrica sul 19enne

CREMONA - Uno psichiatra indagherà la mente di Christian, neanche 20 anni, un grave lutto quand’era bambino, una adolescenza in salita nonostante la madre abbia fatto di tutto per raddrizzarlo. Ma tempo fa, su sua madre aveva alzato le mani. Allontanato dalla casa familiare, Christian ha mezzo vagabondato e ha cercato di racimolare soldi con le rapine. A fine febbraio, l’abbraccio a una donna di mezza età per portarle via la borsa dal cestino della bicicletta, gli è già costato un patteggiamento a 2 anni e 2 mesi. Arrestato subito dai carabinieri grazie alla collaborazione di due giovanissimi, un 14enne e un 16enne, quella volta Christian non era andato in carcere. Ci è finito tre giorni dopo per la rapina, fallita, nella pasticceria Biancaneve, in corso Garibaldi.

Per quest’ultimo episodio, il suo avvocato Cristina Pugnoli ha ottenuto dal giudice il rito abbreviato subordinato ad una perizia psichiatrica. All’udienza del 22 aprile prossimo sarà affidato l’incarico all'esperto e formulato il quesito. Non è la prima volta.  In seguito all’aggressione a sua madre, di Christian si era già occupato uno psichiatra che aveva rilevato disturbi della personalità.

La rapina in pasticceria era andata in scena alle 18.20 del 24 febbraio. C’era solo la titolare che aveva notato un’ombra, si era girata e aveva visto il giovane con le mani dentro le tasche del giubbotto. La pasticcera aveva pensato che si trattasse di un cliente. Christian era stato zitto, si era diretto verso il bagno, era saltato dietro il bancone, facendo capire alla commerciante che in tasca aveva un’arma. «Dammi i soldi!». Lei si era messa ad urlare e aveva chiamato il 112. Christian era fuggito. Un maresciallo dei carabinieri di una stazione della provincia era in zona ed era intervenuto. Aveva inseguito il diciannovenne, lo aveva raggiunto e si era qualificato. Christian si era fermato. Non aveva armi. In corso Garibaldi si era fermata una pattuglia del Radiomobile in supporto al collega. Il giovane era stato arrestato.

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