L'ANALISI
24 Febbraio 2022 - 13:44
CREMONA - Al giudice che lo aveva appena condannato (un patteggiamento) a 2 anni e 2 mesi di reclusione per una tentata rapina ad una signora in piazza Stradivari, ha chiesto dove potesse trovare una casa in alloggio. Cristian ha 20 anni e non ha un tetto. A volte ha bussato alla Caritas, altre non si sa. Un mezzo vagabondo, anche se una casa ce l’ha, è quella in cui vive la madre che in passato lo ha denunciato per maltrattamenti. Da allora, Cristian ha il divieto di avvicinarsi all’abitazione e a sua madre. La quale, però, ogni tanto avvisa i carabinieri per fargli fare una doccia o per dargli da mangiare. E sempre i carabinieri lo hanno arrestato ieri pomeriggio.
Intorno alle 16 Cristian è passato in piazza Stradivari e ha puntato gli occhi su una signora ferma in bicicletta. Stava parlando al telefonino. Cristian le ha messo un braccio al collo e una mano dentro la borsetta infilata nel cestino. Lei si è divincolata e ha chiamato il 112. Due giovani, minorenni, hanno visto la scena. «Cosa fai?». Cristian è scappato, i ragazzini lo hanno inseguito. Intanto, è arrivata la pattuglia dei carabinieri che lo ha preso lì dove la sua fuga era finita: in via Capitano del Popolo, seduto su un gradino, dietro le auto parcheggiate. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, Cristian si è difeso così: «Ho abbracciato la signora, perché era una bella giornata e volevo fare amicizia». L’arresto è stato convalidato. Quindi, difeso dall’avvocato Fabio Galli, Cristian ha patteggiato. Pena sospesa, è tornato in libertà.
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