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CREMONA. TASSISTA ARRESTATO

Crepet: «Ma il raptus non esiste»

Lo psichiatra: «C’è sempre una coerenza tra ciò che fa una persona e ciò che è»

La Provincia Redazione

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18 Febbraio 2022 - 05:25

Tassista arrestato, Crepet: «Ma il raptus non esiste»

Paolo Crepet

CREMONA - «Non chiamiamoli raptus: se c’è qualcuno che spiega questa, come tante altre tragiche vicende, con l’embolo che è partito, lo fermo subito. In psicologia non esiste questa possibilità. C’è sempre una coerenza tra ciò che fa una persona e ciò che è». Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e saggista di fama nazionale, non entra ovviamente nel merito del caso del tassista 68enne Giovanni Carrera, ai domiciliari con l’accusa di sequestro di persona e lesioni personali gravissime ai danni di Luca, 27enne che era stato suo passeggero la notte di Natale, finito in coma dopo essere volato giù dall’auto in corsa.

Il 71enne psichiatra torinese, invita «a non ridurre l’uomo a queste estemporaneità. L’unico consiglio che posso dare a chi sta seguendo questo caso che ovviamente non conosco, è di andare ad analizzare la storia di questa persona in modo da poter capire molte cose del suo agire. La speranza è ovviamente quella che il ragazzo, ora uscito dall’ospedale, recuperi pienamente e non abbia danni permanenti».

In generale, per capire alla radice certi comportamenti, sempre più frequenti nel tessuto sociale, bisogna lavorare sulla storia di ogni singolo caso. «L’aggressività – prosegue Crepet – è un tratto della personalità. Non sempre si manifesta, a volte si scatena a seconda delle circostanze che il soggetto si trova ad affrontare. A quel punto può arrivare a oltrepassare i limiti. Una persona manesca, insomma, non lo è tutti i giorni».

Secondo Patrizia Galli, responsabile dell’Unità operativa di psicologia dell’Azienda socio sanitaria di Cremona, non ci sono cause univoche legate a simili esplosioni di rabbia e violenza. «Ci sono malesseri che hanno origini diverse, ma bisognerebbe entrare nel merito di ogni singolo caso, e io non conosco le persone coinvolte. Posso solo dire che generalizzare è sempre sbagliato. Sul perché simili cose accadano ci sono innumerevoli interpretazioni da parte dei sociologi, ognuno ha una propria visione, che tiene conto dell’aspetto sociale, familiare, economico».

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