L'ANALISI
07 Febbraio 2022 - 19:09
Agenti della Polizia di Stato in prossimità di un taxi (foto d'archivio)
CREMONA - A mezzogiorno si è seduto davanti al pm Francesco Messina e quando è stato informato che Luca, il ragazzo di 27 anni finito fuori dal suo taxi nella notte di Natale, ricoverato per un grave trauma cranico, è sì tornato a casa, ma le sue condizioni sono tuttora molto serie, «era rammaricato». Settant’anni, oltre 30 di carriera, uno a cui i genitori affidano, di notte, i propri figli per riportarli a casa, il tassista finito nei guai per 20 euro, il costo della corsa, indagato per aver sequestrato Luca sul suo taxi van e per le lesioni colpose gravissime, nell’interrogatorio reso ieri al pm ha raccontato la sua verità. Senza cambiare di una virgola la versione resa, 46 giorni fa, a caldo, alla Squadra Mobile. Il tassista affida la sua verità all’avvocato Paolo Bregalanti.
Torniamo a quella notte. Luca e due amiche hanno cenato alla Chiave di Bacco, in piazza Marconi. Intorno alle 3 e mezza chiamano un taxi perché li porti all’hotel B&B, (l’ex Ibis) in via Mantova. E’ già accaduto altre volte che i tre amici si fermino in albergo a dormire, per non disturbare a casa. Luca ha l’auto parcheggiata nei pressi di piazza Marconi e benché possa guidare (la conferma arriva dagli esami tossicologici), preferisce chiamare un taxi. «Alle 3,30 il mio assistito è andato a prenderli in piazza Marconi. Li ha visti arrivare belli allegri». Luca e le due amiche salgono sul van. «Il portellone scorrevole di destra era bloccato da sempre, per un difetto di fabbricazione. Lì era seduto il ragazzo. Arrivati al B&B, il tassista scarica i ragazzi». Venti euro il costo della corsa. «Tutti e tre gli dicono: ‘Abbiamo soltanto 10 euro’. Il tassista: ‘Vabbè, vi porto al bancomat a prelevare i soldi’ e secondo la sua versione, il giovane era d’accordo, ha annuito. Le due ragazze sono scese aprendo il portellone di sinistra». Luca è rimasto su.
«Dopo aver chiesto alle ragazze, per ben quattro volte, di chiudere il portellone, il tassista è ripartito e ha dato un colpetto ai freni. Di solito, il portellone si chiude». Non si è chiuso. «È andato avanti cinque, dieci metri. E’ sceso, ha chiuso il portellone - ‘pan’ - ed è risalito. Le giovani hanno detto di aver sentito un rumore. Era quello del portellone». Il tassista riprende la marcia, destinazione il bancomat. «In via dell’Annona c’è una curva a gomito. Andava piano, a 10-20 all’ora. Al pm ha detto: ‘Andavo così piano che un bambino di 10 anni avrebbe potuto tranquillamente scendere’. Appena fatta la curva, il ragazzo ha ricevuto la telefonata dell’amica».
Alla polizia, l’amica ha riferito che Luca le ha detto: ‘Non mi fa scendere’. «Il mio assistito ha spiegato di aver avuto l’impressione che una delle ragazze gli abbia detto: ‘Buttati giù’. È un’impressione, perché non lo ha sentito. Quando ha messo giù il telefono, il ragazzo gli ha detto: ‘Io mi butto’. Secondo il tassista, il giovane aveva già aperto il portellone. Mentre stava guidando, si è girato per dirgli: ‘Mai sei scemo?’. Intanto che glielo ha detto, il ragazzo non c’era più. Il van ha un predellino. Può darsi che nello scendere, il giovane non lo abbia centrato e sia caduto con la faccia in giù». In via Mantova, vicino allo sportello della Credem, Luca è a faccia in giù, nel sangue. Dalle telecamere, risulta che il tassista abbia guidato per circa cinque minuti e sia poi ritornato. Perché? «Ha fatto poca strada. È tornato indietro per vedere se il giovane fosse riuscito a raggiungere l’albergo. Sin dall’inizio, da quando li ha caricarti, ha visto che i tre non si reggevano molto in piedi. ‘Generalmente io non carico ragazzi ubriachi’».
Il tassista torna indietro «ed è stato il primo ad arrivare lì. Il giovane era ancora vigile, l’ha tirato in piede, ma il ragazzo non voleva». Luca è robusto. «Il tassista ha detto di essersi fatto dare una mano da un ragazzo che nel frattempo è arrivato e al quale ha chiesto di chiamare l’ambulanza. Il mio cliente voleva che il giovane si sedesse sul cordolo della strada, in attesa dell’ambulanza, ma non voleva. Tant’è vero che quando è arrivata l’ambulanza e lo hanno messo sulla barella, il ragazzo è saltato giù. Hanno dovuto rimetterlo su». Tutto per 20 euro. Il tassista non ha il pos. «Non lo ha mai avuto e non è obbligato ad averlo. Ha riferito che generalmente chiede subito ai ragazzi: ‘Avete i soldi per pagare?’. Stavolta non lo ha chiesto, ma per dieci euro non va a mettersi nei guai».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris