L'ANALISI
04 Febbraio 2022 - 05:25
Il punto da cui partirà la tangenzialina
CREMA - I primi studi risalgono a ormai 17 anni fa: adesso pare proprio arrivato il momento della svolta.
L’amministrazione provinciale ha definito il tracciato della tangenzialina a nord della città, arteria che dovrà servire innanzitutto la zona industriale di via Bramante a Santa Maria, permettendo così ai camion di raggiungere agevolmente l’area produttiva e consentendo un rapido collegamento con l’autostrada Brebemi.
Pronti 7 milioni di euro garantiti dal piano Marshall della Regione. Operazione oggi impossibile a causa della strettoia di Campagnola Cremasca. Un’opera che porterà benefici a tutta la viabilità a nord della città, ma anche allo stesso piccolo comune, oggi comunque attraversato da un’importante volume di traffico.
Il collegamento caldeggiato da imprenditori, artigiani e più in generale da tutto il mondo economico cremasco, potrebbe essere cantierizzato nel 2023, con i lavori che potrebbero svilupparsi nel 2024.
«Abbiamo approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per 7 milioni di euro della variante all’abitato di Campagnola, grazie al piano Marshall di Regione – ha precisato il presidente della Provincia di Cremona, Paolo Mirko Signoroni –: questa è stata ritenuta un’opera strategica attesa, che va a servire un ampio bacino».
Il tracciato si sviluppa prevalentemente in aperta campagna. Partendo da Crema si stacca dall’attuale provinciale, tramite una rotonda, all’altezza della zona industriale di Campagnola. Poi prosegue verso nord restando a est del piccolo paese e intersecando con una seconda rotonda la strada bassa per Cremosano. Il tracciato rientra poi nel territorio di Casaletto Vaprio (una piccola porzione) e di Capralba, prima di sbucare sull’attuale rotonda della provinciale Melotta. Un collegamento strategico anche per chi da Crema deve raggiungere l‘autostrada Brebemi.
«Il tracciato – prosegue Signoroni – è caratterizzato sostanzialmente da una successione di tre rettifili di notevole lunghezza raccordati con due curve di ampio raggio. Nel complesso circa 2,5 chilometri. La larghezza della strada è 10,5 metri e l’opera rientra nel Programma degli interventi per la ripresa economica».
Il sindaco di Campagnola Agostino Guerini Rocco, commenta la svolta: «Il tracciato è adeguato alle nostre esigenze. Abbiamo da verificare la parte tra le cascine e il paese, che chiederemo non sia chiusa al traffico, ma che sia previsto un sottopasso almeno ciclo pedonale o per le auto dei residenti». Dal mondo politico cremasco reazioni contrastanti.
«La tangenzialina – sottolinea il sindaco Stefania Bonaldi – risolve le problematiche dell’attraversamento dei mezzi pesanti nei paesi, così come quelle dei relativi divieti, che costringono i tir ad allungare anche di decine di chilometri i percorsi di accesso all’area industriale cittadina».
Per Fabio Bergamaschi, assessore alla Viabilità e candidato sindaco del centrosinistra «fermare il consumo di suolo è fondamentale, ma identificare il percorso per raggiungerlo non è da meno. Il centrosinistra crede che l’unica strada percorribile sia la pianificazione territoriale sovracomunale. Questo c’entra molto con la variante della provinciale 19 Crema-Capralba, perché essa garantisce i necessari collegamenti, crea i presupposti per un’espansione ragionata del polo produttivo. L’avanzamento progettuale è un passo importante».
Il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle Manuel Draghetti attacca il Comune: «Dieci anni di inerzia e adesso arriva la passerella pre-elettorale. L’opera comunque è valida, ci abbiamo sempre creduto».
Bocciatura da Paolo Losco, candidato sindaco della lista Sinistra unita per Crema. «Zero consumo di suolo non è uno slogan ma un obiettivo. Riteniamo che questa opera sia solo un vantaggio per pochi, e che il rapporto costi-benefici sia in perdita».
Chi invece applaude è Simone Beretta, consigliere comunale di centrodestra ed ex assessore al lavori pubblici: «Sono orgoglioso del contributo che ho dato da consigliere provinciale: è un’opera nella quale credo da sempre». Non manca un appunto polemico al Comune di Crema che «poteva fare di più: in dieci anni l’amministrazione Bonaldi avrebbe avuto tutto il tempo per chiudere».
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