L'ANALISI
29 Gennaio 2022 - 08:26
Il portoncino all’interno del cortile A del condominio La Cascata che conduce alla casa situata a pian terreno dove abitava la coppia trovata morta
CREMA - I patologi hanno effettuato ieri, come annunciato, le autopsie sui corpi di Raffaele Attanasio e Ida Seccia, la coppia trovata morta in casa nel pomeriggio di mercoledì. L’esito degli esami autoptici sarà determinante per stabilire le cause dei decessi, ma fino al responso dei tecnici si possono solo fare ipotesi sulla tragedia avvenuta nell’abitazione di via IV Novembre 52. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Crema nel massimo riserbo. Eppure dalle poche notizie filtrate si sta delineando un quadro che esclude una eventuale aggressione o comunque una morte violenta, anche tenendo conto del fatto che la coppia — lui 64enne leccese, lei 63enne di Chieti - è stata rinvenuta nel proprio alloggio al pian terreno del condominio La Cascata, con finestre e porta chiusa dall’interno. Non è da escludere una morte per cause naturali, sebbene sia casisticamente improbabile una contemporaneità di crisi fatali. Anche l’ipotesi di una tragedia attribuibile a fuga di gas o al temibile monossido è inconsistente. «Ero lì quando sono arrivati i vigili del fuoco — racconta un vicino di casa — e hanno testato i locali con appositi strumenti di rilevazione del gas, senza trovare nulla. È una vicenda triste. Io abito qui da agosto e non ci ho mai parlato. Lui era sempre in casa, sulla sua carrozzina a rotelle, mentre lei la vedevo uscire e rientrare con la spesa». Tra le ipotesi potrebbe annoverarsi anche l’avvelenamento, un atto estremo maturato in un contesto che nessuno sa valutare, sicuramente complesso e forse di disperazione. Ma su questo punto solo l’autopsia potrà far luce.
Raffaele e Ida abitavano nell’appartamento in affitto del cortile A del condominio da sei o sette anni. Persone schive, quasi invisibili. Tra i nomi sui vari campanelli, il loro - forse volutamente — non compare. «Non ricevevano visite», conferma il vicino. «Io abito nel cortile B dal 2005 — racconta un’altra vicina — ma posso dire che non li conoscevo proprio. Vedevo solo di tanto in tanto la donna». Una vita assolutamente appartata, dedicata l’una all’altro, il compagno sulla carrozzina. Ida probabilmente si occupava di tutto. Era lei a fare le compere necessarie alla coppia. Andava a fare la spesa al Daily Market di via Boschetto, a due passi dalla Cgil di via Carlo Urbino e a 300 metri da casa. Un classico bel negozio di quartiere, con alimentari e non solo, oltre ad essere rivendita di giornali, a gestione familiare e dove praticamente tutti si conoscono. «Me la ricordo bene - afferma Elisa Comandulli, figlia dei titolari Daniela e Agostino — era una cliente abituale. Veniva sempre di fretta e non era di tante parole. Con la pandemia e il lock-down la sua presenza si è però diradata, tant’è vero che mi sono anche chiesta che fine avesse fatto. Sapere di quanto è accaduto fa davvero dispiacere».
Un’esistenza solitaria e, apparentemente, senza contatti sociali — inoltre Raffaele e Ida a quanto sembra non avevano parenti in città e nel Cremasco — o legami di amicizia stretta: tutti aspetti che possono solo in parte spiegare perché il ritrovamento dei cadaveri è avvenuto solo dopo oltre una settimana (forse addirittura dieci giorni) dal decesso, quando oramai i corpi del 64enne e della sua compagna erano in avanzato stato di decomposizione.
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