L'ANALISI
02 Gennaio 2022 - 05:15
L'ospedale di Crema
CREMA - Un ospedale più accogliente, aumentando il comfort per i pazienti: dagli spazi per l’accoglienza, alle sale d’attesa per visite e esami, passando per il rinnovo i servizi igienici. Si profilano due anni di importanti investimenti, nell’ordine di cinque milioni di euro complessivi, per l’Azienda socio sanitaria territoriale.
E i fondi regionali in arrivo saranno destinati principalmente ai reparti dell’area medica: le Unità operative di medicina, Oncologia e Neurologia, ad oggi in grado di ospitare un centinaio di pazienti.
«Si tratta di progetti a non breve termine — chiarisce comunque la direttrice generale dell’Asst Ida Ramponi —: il finanziamento regionale ha infatti una collocazione di lungo periodo, utilizzabile sino al 2028 e siamo ancora in attesa del decreto di approvazione del finanziamento. A quel punto, potremo muoverci». Una volta confermato lo stanziamento, toccherà infatti all’Asst predisporre la progettazione degli interventi necessari, tecnicamente definiti di «umanizzazione». Il concetto di base — come detto — è rendere più confortevole la permanenza in un luogo che, ovviamente, viene visto dal paziente con preoccupazione, se non addirittura con smarrimento.
La creazione di un ambiente a misura d’uomo, confortevole, sarà dunque la prossima sfida dell’ospedale Maggiore di Crema. Declinata con l’architettura, gli arredi, le finiture, i colori, la segnaletica, la luminosità degli ambienti. Su queste migliorie punteranno i progetti dell’Asst. Occorrerà garantire ai pazienti e ai visitatori privacy, accoglienza, ascolto, orientamento, trasparenza, comunicazione e informazione.
«L’ergonomia — spiegano dagli uffici do largo Dossena – dovrà guidare l’interrelazione tra uomo, macchina e ambiente». Il tutto nel nome del forte cambiamento culturale che sta attraversando i processi di diagnosi e cura e che sposta il fuoco dell’attenzione dalla malattia al benessere complessivo del paziente.
Indicativamente, i primi cantieri potrebbero prendere avvio entro un paio d’anni. I lavori, anche di carattere strutturale, dovranno essere organizzati in modo tale da non intralciare il normale funzionamento dei reparti, che ovviamente non possono chiudere o ridurre la loro operatività quotidiana. Verranno pertanto studiate soluzioni poco impattanti, da questo punto di vista e, se proprio dovesse essere necessario, saranno valutati trasferimenti temporanei delle singole Unità operative in aree oggi libere. Un po’ come avvenuto nell’ultimo decennio, in occasione delle ristrutturazioni dei reparti che si sono in gran parte concluse.
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