CALCIO
01 Ottobre 2021 - 10:36
CREMONA - E’ fine agosto, quando una ragazzina di 17 anni si presenta in Questura: "I miei genitori non sanno niente, ma io e le mie sorelline non ce la facciamo più. Nostro padre è violento, picchia la mamma, siamo tutte terrorizzate. E’ un padre padrone. Per favore, aiutateci". E se non fosse stato per lei, la più grande di tre sorelle, in quella famiglia le violenze sarebbero andate avanti ancora. Perché da tempo l’uomo alzava le mani sulla moglie. Ma lei, in tutti questi anni ha invece alzato un muro di omertà. Si è addirittura rifiutata di denunciarlo, nonostante l’escalation di botte, violenze e soprusi. Ora il padre padrone, un uomo di 35 anni dell’Est Europa, non può più mettere piede in casa. E’ stato allontanato. E ha il divieto di avvicinarsi entro i 500 metri da moglie e figlie. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Cremona che su richiesta del pm Chiara Treballi ha firmato l’ordinanza al termine dell’indagine della Squadra Mobile. Indagine cominciata quel giorno di fine agosto dai racconti di una figlia disperata che ha riempito pagine di verbale.
Gli uomini del dirigente Marco Masia hanno ricostruito un quadro familiare "preoccupante". Nelle carte dell’inchiesta si racconta di "condotte gravemente denigratorie e pericolose". Si racconta di quella volta in cui il padre padrone ha spintonato sua moglie, causandole lesioni ad entrambi i menischi. O di quell’altra volta in cui si è avventato sulla moglie come una furia. Lei era da poco stata dimessa dall’ospedale, dopo un intervento chirurgico. Il marito brutale le ha fatto saltare i punti di sutura. In casa, il clima di violenza si era fatto sempre più pesante e nel mirino è finita anche la figlia di 11 anni. Un giorno l’ha aggredita e insultata. La sua colpa? Dopo aver lavato i piatti, aveva lasciato una piccola macchia di sporco su una pentola. Inchiesta delicata e complessa. Chi ha indagato, ha lavorato a lungo, con pervicacia, per rompere il muro di omertà tirato su dalla moglie.
A Cremona e provincia, è risuonato più volte l’allarme maltrattamenti in famiglia. I casi sono aumentati, da 104 a 147 solo nell’ultimo anno, secondo i dati forniti dal procuratore Roberto Pellicano, riversati nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario. L’invito della polizia è di denunciare. Da qui, l’appello. "Anche dei semplici campanelli di allarme possono preludere a veri e propri episodi di soggiogazione fisica e psichica, che spesso si verificano in ambito familiare e che, talvolta, vengono sottovalutati dalle stesse vittime". In soccorso delle donne in difficoltà, vittime di violenza di genere, la polizia è tornata nei mercati con i gazebo. Si distribuiscono i volantini, si intercettano possibili vittime. «Lo facciamo per dire alle donne che noi, se hanno bisogno, ci siamo», ha detto il questore Carla Melloni.
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