L'ANALISI
11 Aprile 2023 - 05:30
CREMONA - «L’Italia sta scomparendo», ha cinguettato su Twitter il magnate Elon Musk. E i dati appena pubblicati dall’Istat, ovvero le statistiche demografiche nazionali aggiornate al primo gennaio, sembrano dargli ragione: la natalità è al minimo storico, con meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni mille abitanti. Più nel dettaglio, nel 2022 nel nostro Paese i nati sono scesi sotto la soglia delle 400mila unità. La provincia di Cremona è in linea, visto che il saldo naturale anagrafico è abbondantemente negativo: 4.406 morti contro 2.222 bimbi nati. Nel solo capoluogo i decessi sono stati 934 e le nascite 448, dunque con un saldo negativo di 486.
La popolazione cittadina si ferma a 70.637 residenti (34.236 maschi e 36.401 femmine) perdendone 204 rispetto all’inizio del 2022: -0,28%. La popolazione provinciale è invece a quota 351.169 persone, mentre ad inizio 2022 i residenti erano 351.654.
Anche Crema registra una variazione in negativo di 184 residenti nell’ultimo anno, pari allo 0,54%: da 33.970 a 33.786.
Curiosamente è del tutto identico, invece, il dato di Casalmaggiore: per effetto di saldo migratorio e saldo naturale i residenti sono 14.974 proprio come ad inizio 2022.
Il paese meno popoloso della provincia di Cremona è Derovere, con soli 285 abitanti (ne è stato perso solo uno rispetto all’anno scorso) e subito dopo viene Castelvisconti con 295 abitanti, esattamente come l’anno precedente. Il piccolo centro di Voltido di residenti ne ha guadagnati invece 9: da 328 a 337.
Calo generalizzato nel resto del territorio: a Pizzighettone ad esempio si è passati dai 6.273 residenti di inizio 2022 ai 6.259 attuali (-14), a Persico Dosimo si è passati da 3.279 a 3.256 abitanti (-23), a Bonemerse da 1.464 a 1.454 (-10), a Spinadesco da 1.476 a 1.449 (-27), a Soncino da 7.507 a 7.490 (-17). Vanno controcorrente Castelleone e Soresina, dove gli abitanti sono aumentati rispettivamente di 42 e 72 unità rispetto ai dodici mesi precedenti, così come Castelverde che è passato da 5.549 a 5.560 abitanti e Sesto che è passato da 3.185 a 3.232 residenti (+47).
Ma come è variata la demografia cremonese negli ultimi dieci anni? L’intero territorio provinciale ha perso ben 10.972 abitanti, vale a dire un -3%, mentre il capoluogo ha perso 547 abitanti (-0,7%).
Interessanti anche i dati sulla crescita dell’età media, che nella nostra provincia sta sfiorando i 48 anni mentre nel 2002 era 45,9 anni e nel 2013 in media i residenti avevano 46,9 anni. L’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione ed è il rapporto percentuale tra il numero degli ultra 65enni e il numero dei giovani fino ai 14 anni, a Cremona nel 2022 è stato pari a 227,2: significa che ci sono 227,2 anziani ogni cento giovani. Nel 2002 tale indice era invece 217 e dunque è in costante peggioramento.
Un altro dato significativo è quello sul ricambio generazionale, che rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare invece nel mondo del lavoro (15-19 anni): a Cremona nel 2022 tale indice è stato pari a 166 e significa, ancora una volta, che la popolazione in età lavorativa è particolarmente anziana. Questo perché la popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100.
L’indice di dipendenza strutturale, infine, rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (zero-14 anni e ultra 65) rispetto a quella attiva (fascia 15-64 anni): a Cremona nel 2022 gli individui a carico risultano 62,2 ogni 100 lavoratori. E anche questo dato è in evidente peggioramento, perché nel 2002 l’indice era 52,9 e nel 2013 era già salito a 60,5.
«Il collasso della popolazione è la maggiore minaccia alla civilizzazione», ha commentato sempre il miliardario Musk.
Ai dati Istat, però, si può dare anche una lettura positiva: se un italiano su quattro ha almeno 65 anni e il numero degli ultracentenari è addirittura triplicato negli ultimi vent’anni toccando il massimo storico (attualmente i super nonni italiani sono circa 22mila) significa infatti che si vive più a lungo.
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