L'ANALISI
16 Giugno 2023 - 05:00
MOSCAZZANO - Pellicceria fratelli Spoldi, dal 1977 sulla breccia, nonostante da allora sia cambiato il mondo: dai movimenti animalisti alle difficoltà nel trovare una nuova generazione di artigiani. Nel cuore del piccolo paese del sud cremasco, questa realtà, fondata da Antonio e dal fratello Gianfranco, non è mai venuta meno. Hanno saputo farsi un nome, girando anche trent’anni per i mercati, e oggi sono tra gli ultimi artigiani rimasti nel territorio.
Un punto di riferimento per centinaia di clienti: «Una volta venivano le nonne a comprare la pelliccia, poi sono arrivate le figlie, che magari facevano anche sistemare quelle ereditate. Adesso tocca alle nipoti, che chiedono capi moderni e non disdegnano di rivisitare quelli di un tempo», racconta Antonio. Al suo fianco c’è la moglie Anna, un connubio perfetto, nato a Milano, dove i due sin da ragazzi lavoravano in laboratori di pellicceria. Lì si sono conosciuti, è sbocciato l’amore e hanno deciso di condividere anche il lavoro. Poi sono nati Alessandra e Davide, oggi ormai adulti.
«In questo settore da solo non puoi fare tutto – conferma Anna –: Antonio è principalmente un tagliatore, io sono macchinista e montatrice. Un tempo funzionava così, ci si sposava tra colleghi proprio per poter avviare un’attività, avere quello che oggi si definisce il ‘know how’. Poi certo non si finisce mai di aggiornarsi. Le pellicce, come tutto l’abbigliamento, seguono la moda. Cambiano ogni anno, fodere comprese».
Al primo piano della storica sede c’è il laboratorio, sotto lo show room, col grande specchio davanti al quale i clienti provano i vari capi, anche da uomo. «Il sintetico è una moda che sta venendo meno – assicura Antonio –: è un materiale derivato dal petrolio e dunque difficilmente biodegradabile, se ne sono ormai resi conto tutti i produttori. Per questo stanno tornando indietro, alle pellicce e alla pelle naturale. Noi qui non abbiamo mai smesso di lavorare, principalmente per privati, con una clientela affezionata che va avanti da due o tre generazioni».
In passato ogni paese o quasi aveva una pellicceria, poi sono cambiati i tempi e al giorno d’oggi chi ha questi capi non sa a chi rivolgersi per una riparazione, per una rimessa a nuovo. Ciò va a tutto vantaggio dell’attività degli Spoldi, in cui un ruolo fondamentale ce l’ha anche Maria Teresa Tedoldi, anch’essa montatrice. «Potrei anche smettere – conclude Antonio – ma questo lavoro è la mia passione. L’unico rimpianto che ho in questa lunga carriera è di non aver mai avuto l’opportunità di insegnare il mestiere a un ragazzo o a una ragazza. In 46 anni di attività non c’è mai stato nessuno che abbia bussato alla porta del laboratorio chiedendo di poter apprendere l’arte della pellicceria».
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