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DA CREMA ALLA ROMAGNA

Alluvione, studenti con i piedi nel fango: «Faenza ora nei nostri cuori»

La professoressa che ha accompagnato gli alunni-volontari del Galilei: «Altro che bamboccioni...»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

06 Giugno 2023 - 05:20

Alluvione, studenti con i piedi nel fango: «Faenza ora nei nostri cuori»

CREMA - «Ci sembrava giusto fare la nostra parte, così abbiamo chiesto alla prof dei contatti per poterci muovere, e appena possibile siamo partiti». Alberto Cimaschi è uno degli studenti del Galilei (è in quinta Itis, indirizzo meccanico) che fa parte del gruppo che, da venerdì a domenica, è stato a Faenza, per aiutare le popolazioni alluvionate.

«L’anno scorso — prosegue lo studente di Ripalta Cremasca — ero stato a Senigallia con la Caritas di Crema, dopo l’inondazione. Seppur grave, in confronto alla situazione che abbiamo trovato in Romagna, nelle Marche le conseguenze erano state molto meno pesanti».

I ragazzi sono stati impegnati tra Faenza e dintorni, alloggiando in un circolo Arci e mangiando dove sono stati allestiti i campi dei volontari.

«Alcune zone sono già state ripulite, ma in altre aree del territorio c’è ancora tutto fare — prosegue Cimaschi — la gente ha reagito e non ha perso il sorriso. Ci piacerebbe tornare più avanti a dare una mano: la Romagna ci è rimasta nel cuore; ma non credo sarà possibile, essendo impegnati con l’esame di Stato».

Con lui i compagni dell’Itis, alcuni del corso meccanici altri di quello di chimica, studenti del liceo delle scienze applicate, ex allievi del Galilei, docenti e altri volontari. Sono scesi a Faenza con le loro auto. Il rientro è stato domenica sera. Hanno fatto parte del gruppo Sara Damiano, Marta Grechi, Thomas Resmini, Alice Canclini, Mattia Giovanninetti, Luca Bazzeato, Walid Lafquh, Mattia Bianchetti, Emma Bianchetti e la docente Valeria Moruzzi. Poi Alessio Maganuco, Mohammed Yousef e Laura Moruzzi. «Altro che bamboccioni, senza voglia di fare nulla — sottolinea la professoressa Moruzzi —: sono ragazzi e ragazze straordinari, che hanno voglia di aiutare, di fare, di confrontarsi. Hanno spalato fango, si sono messi a disposizione di coloro che li fermavano per strada chiedendo una mano ad aprire un portone, a portare fuori il grosso armadio, a svuotare le cantine. E avreste dovuto vedere le loro facce tutte le volte che uno sconosciuto per strada li ringraziava solo per essere lì. A scuola è cominciato tutto da loro, da una loro richiesta. E poi ai miei alunni si sono aggiunti altri studenti di classi diverse».

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