L'ANALISI
07 Maggio 2023 - 05:25
CREMONA - La Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina basata sulle evidenze) lancia l’allarme pediatri. Si stima infatti che a livello nazionale manchino ben 840 specialisti che, a quanto sembra stanno diventando sempre più merce rara, facendo registrare un calo del 5,5% tra il 2019 e il 2021. Una diminuzione che in molti casi, come evidenziato dalla Fondazione, crea notevoli difficoltà alle famiglie e comporta spesso un innalzamento del massimale di assistiti per medico, fissato a 800 ma soggetto a deroghe regionali e locali.
«L’allarme sulla carenza dei pediatri di libera scelta — afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe — oggi è lanciato da genitori di tutte le regioni, con narrative dove s’intrecciano questioni burocratiche, mancanza di risposte da parte delle Asl, pediatri con numeri esorbitanti di assistiti, sino all’impossibilità di esercitare il diritto d’iscrivere i propri figli al pediatra di famiglia con potenziali rischi per la salute, in particolare dei più piccoli e dei più fragili».
Secondo i dati del 2022 elaborati dal Gimbe, è in particolare la Lombardia a dover fronteggiare la carenza di pediatri: sono infatti 228 gli specialisti mancanti, numero che supera di gran lunga quelli del Piemonte, che necessita di 134 professionisti, e della Toscana, cui ne mancano all’appello 133.
Un emergenza da cui fortunatamente il nostro territorio sembra essere uscito indenne, come spiega Gianmario Brunelli, direttore del Dipartimento cure primarie dell’Ats Val Padana: «Allo stato attuale non c’è un’emergenza pediatri sul territorio. Già dal 2007 esiste un piano regionale che ha portato all’innalzamento del massimale di assistiti a 1.400. A livello locale il dato è abbastanza omogeneo, con alcuni professionisti sotto ai mille assistiti e con altri che li superano. Abbiamo una media di 1.050 assistiti per medico, dato che ci permette di tenere la situazione sotto controllo. Riusciamo a coprire senza particolari problemi anche la fascia dai 6 ai 14 anni, estendibile a 16 in caso di cronicità, che è quella che potrebbe esercitare la scelta di rivolgersi al medico di medicina generale e che nelle stime non viene conteggiata».
Già, perché tra le criticità evidenziate dall’analisi Gimbe, c’è anche questa: attualmente, nella stima delle necessità delle zone carenti, viene calcolata solamente la fascia di età 0-6 anni, tenendo conto di un rapporto ottimale di un pediatra ogni 600 bambini. Un problema se si considera che, secondo i dati Istat, la fascia 0-14 è composta per il 62% da bambini di 6 anni o più.
«Non posso che confermare la criticità», afferma Brunelli. «È inevitabile che con calcoli di questo tipo la necessità di specialisti venga sottostimata». Sono 75 i pediatri dell’Ats Val Padana operativi sul territorio. Un organico che è destinato ad allargarsi, come racconta il direttore Brunelli: «A breve andremo a coprire qualche piccola carenza. Martedì è fissata la convocazione dei candidati per un bando pubblicato a marzo e abbiamo buone sensazioni, dato che per quattro posti si presenteranno 16 profili. Solo uno andrà a coprire la provincia di Cremona, precisamente tra Casalmaggiore e Cingia de’ Botti, mentre gli altri tre saranno destinati al mantovano».
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