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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Gli occhi dei bambini: primo controllo, diagnosi e cure

La dottoressa Grazia Levi: «I più piccoli tendono a mascherare i difetti visivi compensando con atteggiamenti particolari. Attenzione all'uso di smartphone e tablet. Calcolare la distanza corretta si può»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

16 Aprile 2023 - 05:25

CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica «Il medico risponde»: la protagonista è la dottoressa Grazia Levi, medico oculista della UO di Oculistica dell’Ospedale di Cremona. «L’oftalmologia pediatrica si occupa di diagnosi, follow up e cura di tutte le patologie orto-oculistiche che possono colpire un bambino. Le principali patologie che possono interessare i più piccoli sono i difetti refrattivi - che vengono corretti con gli occhiali come l’astigmatismo, la miopia e l’ipermetropia -, ma anche deviazioni dell’asse visivo che possono essere corrette sempre con l’utilizzo di occhiali o con l’opzione chirurgica. Infine c’è il cosiddetto occhio pigro che non sviluppa la vista e va curato in età precoce».

La valutazione oculistica pediatrica avviene in concerto con vari professionisti: il primo intervento è effettuato dall’ortottista utilizzando dei test che al bimbo sembrano giochi per poter capire se ci sono dei problemi.

Successivamente viene indirizzato all’oculista che effettua un esame chiamato cicloplegia perché i bambini hanno la capacità di mascherare i difetti visivi compensandoli con meccanismi propri: «Con la cicloplegia, che utilizza delle gocce, viene bloccato questo meccanismo per avere un’idea chiara, oggettiva del difetto visivo del bambino» sottolinea la dottoressa Levi. «C’è poi la prescrizione, se necessaria delle lenti. E si procede alla valutazione della salute dell’occhio in generale. Nel caso in cui fossero presenti deviazioni dell’asse ottico non correggibili con un occhiale, il bimbo viene indirizzato al chirurgo che si occupa di chirurgia dello strabismo».

In genere se tutto va bene il primo controllo deve essere eseguito intorno ai tre anni d’età. «Ma nel caso ci siano bambini con una famigliarità a malattie importanti oppure che insospettiscono genitori e pediatra a causa di alterati riflessi dell’occhio o atteggiamenti del capo inclinato per la visione per esempio della tv o mentre leggono e scrivono, il controllo va effettuato prima» spiega la dottoressa Levi.

Sull’impiego di smartphone e tablet questo il consiglio della specialista: «I bambini non devono stare ore davanti a questi strumenti tecnologici. E ricordarsi sempre di far mantenere una postura corretta, che si può calcolare con la distanza di Harmon, ovvero dal gomito, messo sulla scrivania, all’indice su cui appoggiare il viso».

La rubrica - in collaborazione con l’Asst di Cremona - tratta tutte le settimane un argomento specifico con l’aiuto di uno specialista e può essere ascoltata sul sito del giornale o sul suo canale YouTube.

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