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AZIENDE IN CRISI

Alla I.M.L. impianti spenti: 85 lavoratori a rischio

In ansia le famiglie dei dipendenti, quasi tutti cremaschi. Il sindaco Rossoni: «Noi pronti a fare la nostra parte»

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

12 Marzo 2023 - 05:05

Alla I.M.L. impianti spenti: 85 lavoratori a rischio

OFFANENGO - Impianti spenti e produzione sospesa: sulla I.M.L. - Industria Meccanica Lombarda si agita lo spettro della chiusura. E le famiglie degli 85 dipendenti vivono giornate di grande apprensione, nell’inquietudine di un destino appeso a un filo. Tutti i lavoratori dell’azienda cartotecnica, al momento, sono in ferie forzate: le organizzazioni sindacali sono già state contattate e si sono mosse per convocare al più presto un’assemblea. L’incontro dovrebbe svolgersi già nelle prossime ore: un’urgenza che, da sé, basta a spiegare l’estrema delicatezza della situazione.

Fondata nel 1947, la I.M.L. è una delle aziende storiche del Cremasco: da lungo tempo è specializzata nella produzione di meccanismi per raccoglitori e schedari. I dipendenti abitano in larghissima parte tra Offanengo, il capoluogo e i comuni limitrofi. Negli «anni d’oro» i lavoratori erano addirittura 350, ma il numero si è assottigliato progressivamente per effetto dell’innovazione tecnologica e della concorrenza estera. L’ultima grande crisi risale al 2005, quando l’azienda aveva siglato un contratto di solidarietà, riuscendo però a risollevarsi nel giro di un anno. Oggi il quadro appare decisamente più complicato: la I.M.L. sembra a un passo dalla fine della propria lunga storia.

Lo conferma anche il sindaco di Offanengo, Gianni Rossoni: «Ho chiesto un incontro con i rappresentanti sindacali, le parti datoriali e i vertici aziendali — spiega —. L’amministrazione di Offanengo vuole essere in prima linea, al fianco dei dipendenti di una della imprese più importanti del territorio. La nostra preoccupazione è enorme».

Rossoni, che ha assistito in prima persona all’espansione dell’azienda, racconta: «Negli anni Sessanta l’I.M.L. è stata protagonista di un autentico boom e per molto tempo è stata uno dei pilastri del nostro sistema industriale».

Quindi aggiunge: «Il Comune è pronto fin da ora a fare la sua parte per agevolare la riqualificazione professionale dei dipendenti e per impostare i processi di ricollocazione. Metteremo a disposizione il nostro Sportello lavoro, affidato a Umana, e in base al numero e alla tipologia delle domande attiveremo tutti i percorsi necessari. Sono addolorato per i dipendenti, ma sono anche dispiaciuto per la proprietà, che ha sempre agito con serietà e responsabilità: dobbiamo affrontare come comunità questa grave situazione».

Mentre Rossoni è già pronto a guardare al «dopo», a breve si aprirà una trattativa sindacale che si preannuncia tutt’altro che semplice. Poche settimane fa era toccato alla Pharmatek di Cremosano attraversare identiche difficoltà: in quel caso — dopo uno sciopero dei lavoratori — impresa e sindacati avevano trovato un accordo per il trasferimento della produzione aziendale nella sede di Trenzano, nel Bresciano. La firma sull’intesa era arrivata con unanime voto favorevole da parte dei 25 lavoratori in assemblea. 

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