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Trasferimento Pharmatek: «L'azienda faccia chiarezza»

Il presidente Signoroni tra i lavoratori in sciopero perché contrari ad andare a lavorare a Trenzano

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

24 Gennaio 2023 - 05:15

Trasferimento Pharmatek: «L'azienda faccia chiarezza»

CREMOSANO - «Noi così non possiamo più andare avanti – racconta Stefania, una dei venti dipendenti che ieri sono rimasti fuori dai cancelli – abbiamo figli, mariti, mogli, insomma famiglie, ci devono dare spiegazioni, certezze sul nostro futuro. Prima ci avevano detto di non voler chiudere e anzi di voler potenziare lo stabilimento, adesso ci prospettano il contrario, ma dicono anche che è solo un’ipotesi. Da mesi si va avanti così: a Trenzano non ci vogliamo andare. Sono 80 chilometri al giorno, senza rimborsi benzina, senza un’indennità aggiuntiva. Significa stravolgere la nostra vita».

Sciopero ieri mattina davanti ai cancelli della Pharmatek pmc, la cui sede si trova nella zona industriale San Benedetto. L’azienda rischia di chiudere e lavoratori potrebbero essere costretti a emigrare nel bresciano, alla Euro Cosmetic che da alcuni mesi ha acquisito per incorporazione la ditta cremasca. Pharmatek da oltre 15 anni ha sede in paese e opera nelle produzioni dei dispositivi medico-chirurgici, nei liquidi per le sigarette elettroniche, nei disinfettanti e collutori e nei prodotti cosmetici, tranne il make-up e i rossetti.

«Dei 50 che eravamo l’anno scorso, in stragrande maggioranza operai e manutentori, oltre una ventina ne sono già andati – raccontano i lavoratori – quando hanno cominciato a capire tirava aria di smobilitazione e chiusura, si sono licenziati». Il gruppo Fine foods è il proprietario di Pharmatek tramite appunto la Euro Cosmetic. Ieri mattina non tutti i lavoratori sono rimasti fuori dai cancelli per il presidio. Alcuni operai non hanno aderito, oltre al personale somministrato, che lavora in Pharmatek ma è assunto tramite agenzia interinale. Chi si è presentato lo ha fatto con bandiere, fischietti e tanta voglia di far sentire la propria voce. Dalle istituzioni massima solidarietà.

Il presidente provinciale Mirko Signoroni convocherà un tavolo a cui inviterà anche il prefetto e soprattutto i vertici della Fine Foods. Le ragioni della protesta sono state ribadite dai tre sindacalisti che seguono la vertenza per conto dei dipendenti. Giovanni Ardemagni (Femca Cisl), Mario Santini (Filtcem Cgil) e Paolo Franchi di (Uiltec Uil). «Siamo davanti a un muro di gomma, con informazioni carenti e lacunose. Oltretutto, la direzione in modo unilaterale ha proceduto anche al passaggio da contratto chimico industria a quello di Unionchimica Confapi. Per i lavoratori significa il venir meno degli aumenti di retribuzione già previsti dal contratto nazionale dei chimici: 154 euro al mese».

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