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L'ANNIVERSARIO

Orgogliosamente di provincia, Barucca: «Una luce sulla bellezza»

Il soprintendente: «In tre quarti di secolo il quotidiano non ha mai trascurato gli aspetti che concorrono a definire l’identità culturale collettiva delle diverse comunità»

10 Febbraio 2023 - 05:10

Orgogliosamente di provincia, Barucca: «Una luce sulla bellezza»

CREMONA - «La Provincia di Cremona e Crema» compie i suoi primi settantacinque anni di vita. Bel traguardo per un giornale orgogliosamente locale che da sempre rappresenta il cuore dell’identità culturale di questa provincia, ricca e operosa, della Pianura padana, della Lombardia, dell’Italia.

In tutti questi anni il giornale, guidato da illuminati direttori come, per fare un solo nome, Mauro Masone, ha raccontato uno dei periodi più complessi di trasformazione del Paese, iniziato nel dopoguerra e arrivato ad oggi, che ha visto al principio lo sviluppo progressivo dell’industrializzazione sulla base di un’economia da secoli essenzialmente agricola, fino ad affrontare negli anni più vicini a noi i nuovi panorami dell’età planetaria, postindustriale e telematica. Di tutta questa autentica rivoluzione sociale, economica e culturale, che a buon titolo nel territorio provinciale di Cremona ha visto un caso esemplare, «La Provincia» ha dato puntuale testimonianza nel corso degli anni rispondendo pienamente a quello che ritengo sia il compito fondamentale di un giornale locale; vale a dire, dare conto di un insieme organico e interconnesso di informazioni riferibili alla vita delle comunità che abitano in un’area territoriale, che nel caso in questione coincide con la provincia di Cremona.


Nel raccontare tutte queste trasformazioni epocali e assai complesse della società, «La Provincia» non ha mai trascurato di illuminare gli aspetti che concorrono a definire l’identità culturale collettiva delle diverse comunità che vivono nel territorio. E quali sono i caratteri fondativi di questa identità nei quali le comunità si riconoscono visivamente? Sono il paese, la chiesa, il campanile, il castello, la piazza del mercato, la cattedrale, il palazzo del Comune; su questi elementi si sono affiancati e sovrapposti, a volte inseriti bene a volte come violente lacerazioni, i segni della industrializzazione, delle periferie urbane, delle grandi linee di comunicazione.

Questa è l’eredità plurimillenaria che ogni cittadino del Cremonese, e in generale italiano, ha ricevuto come dono prezioso dal passato per costruire un presente e un futuro migliore. È molto spesso un’eredità pesante da gestire che richiede ogni attenzione e cautela per farla convivere con le nuove necessità di una società che si trasforma ma che deve avere come obiettivo primario quello di conoscere, conservare e valorizzare nel migliore dei modi per le future generazioni questo patrimonio di beni culturali unico e irripetibile.

Ed è proprio questo che mi auguro possa continuare a fare «La Provincia»: contribuire alla conoscenza e al rispetto dei centri storici, del paesaggio, delle opere d’arte e di quelle che conservano un valore meramente testimoniale nel contesto storico territoriale nel quale sono state prodotte. Sarà così possibile acquisire da questo patrimonio ulteriori valenze e significati permettendo l’elaborazione di nuovi valori culturali che concorrono a promuovere la crescita civile delle comunità locali. A «La Provincia» spetta dunque, insieme a tutti gli altri mezzi d’informazione, un compito ambizioso, vale a dire divulgare e rendere disponibile per un numero molto grande di persone qualcosa che altrimenti resterebbe inaccessibile ai non specialisti, ma che è bene che sia noto e compreso.


* Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova

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