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L'ANNIVERSARIO

Orgogliosamente di provincia, il vescovo: «Il territorio in diretta»

Monsignor Napolioni: «Il giornale ha il vanto e la responsabilità di essere un punto di riferimento»

La Provincia Redazione

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06 Febbraio 2023 - 05:20

Orgogliosamente di provincia, il vescovo: «Il territorio in diretta»

di Antonio Napolioni
vescovo di Cremona

CREMONA - «C’è scritto sul giornale!». La frase che tanti cremonesi sono soliti usare riferendo a loro volta quello che è accaduto, credo possa bene esprimere il legame che il quotidiano «La Provincia» in questi 75 anni ha consolidato con il territorio, sia che si tratti di assidui fruitori che di lettori occasionali. Pur a fronte dei momenti non facili che la carta stampata in generale ha vissuto negli anni, «La Provincia» è rimasta comunque un punto di riferimento. Un vanto e insieme una responsabilità, in un panorama informativo sempre più appiattito su una comunicazione superficiale, artefatta e standardizzata. In questo senso mi sembra, in generale, il calo di reputazione e l’allontanamento dalle persone dai giornali, più che l’effetto della crisi dell’editoria, ne è la causa. Per questo l’informazione locale, una comunicazione che potremmo definire «di prossimità», assume una nuova e ancora maggiore importanza nell’offrire un servizio reale alla collettività, nel suo racconto professionale e puntuale di ciò che accade. Che accade a noi, qui, vicino, e talvolta dentro le vite dei nostri paesi, quartieri, famiglie.

Da lettore sento l’esigenza di un giornale in cui l’inchiesta e il reportage prendano spazio dando qualità all’informazione. E in questo la rete di collaboratori sul territorio è risorsa preziosissima, che riesce a scardinare la comoda presunzione del «già saputo». In tante occasioni sul territorio ho potuto sperimentare in prima persona la presenza di giornalisti, operatori tv e fotografi che si sono messi in movimento per andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà. Una realtà che sempre ci sorprende in qualche suo aspetto e che anche nella normalità bella della vita riesce a diventare notizia.

E in questo risulta essenziale l’ascolto, che come comunità ecclesiale stiamo riscoprendo e valorizzando con il Sinodo. Si tratta di un primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Il giornalismo richiede la capacità di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Una curiosità, un’apertura, una passione per un territorio fatto di persone. Con uno sguardo particolarmente attento alle tante situazioni di fragilità, di emarginazione e di debolezza che non trovano spazio nel dibattito e nel flusso inafferrabile dell’informazione generalista. È l’augurio che mi sento di fare al quotidiano «La Provincia» per i prossimi 75 anni.

Così il giornale di Cremona, ricco della sua storia, può guardare alla sfida dell’oggi e del domani senza rimpianti per il passato e con la freschezza di chi guarda al futuro con entusiasmo. Al contrario sarebbe una perdita non solo per l’informazione, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità.

«Solo ascoltando e parlando con il cuore puro – scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali del prossimo maggio – possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo. L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità».

Chi parla così vuole bene all’altro perché lo ha a cuore e ne custodisce la libertà, senza violarla. Spero che questo contraddistingua sempre il lavoro a «La Provincia». E per questo dobbiamo sin da ora dire grazie al coraggio e all’impegno di tanti professionisti.

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