L'ANALISI
09 Dicembre 2022 - 05:20
CREMA - Da Crema all’estremo Oriente per vocazione e solidarietà. Giulia Riboli, 29 enne nata e cresciuta a San Giacomo, una laurea con specializzazione in neuro psicomotricità, è da tre mesi in Thailandia. Una scelta di vita: fa la volontaria nella «Angel’s home», una missione della Comunità Papa Giovanni XXIII, struttura che ospita ragazzi e adulti con gravi forme di disabilità.
Mette a frutto le sue conoscenze: fa esercizi di ginnastica con un giovane autistico e con una ragazza con una malattia neurodegenerativa, imbocca chi non può farlo da solo o va in ospedale a cercare gli ausili più adatti. Altre volte incontra i poveri nelle baraccopoli offrendo loro una semplice riabilitazione o suonando, «in modo un po’ stentato» ammette, canzoni thailandesi.
«L’importante – racconta Giulia – è cercare di aprirsi, di donarsi, mettendosi in gioco, ma senza porsi dei limiti. Don Oreste Benzi (fondatore della Papa Giovanni XXIII, ndr) diceva che «la misura dell’amore è amare senza misura».
Nelle scorse settimane, Giulia ha ricevuto la visita dei coniugi Aldo Buffelè e Caterina Marinoni, che con una piccola comitiva di cremaschi erano in tour in Thailandia. Le hanno portato dei contributi economici per la missione. «Conosco Giulia da tempo – racconta Buffelè – come me, era stata allieva della professoressa Piantelli ai corsi di pianoforte dell’istituto Folcioni. È stato un piacere incontrarla a Bangkok portandole il denaro offerto dalla Pastorale missionaria diocesana, a cui abbiamo aggiunto un piccolo contributo. Lo avevamo raccolto tra i partecipanti al gruppo del rosario perpetuo della parrocchia del Sacro Cuore di Crema Nuova. Abbiamo incontrato una ragazza solare e piena di entusiasmo che ha incantato con il suo racconto, non solo noi, ma anche i nostri amici in viaggio con noi».
Giulia non è alla sua prima esperienza come volontaria. Ha già trascorso un anno di condivisione con altri giovani nella casa Emmaus a Ricengo. Poi la scelta di vivere in una casa famiglia della comunità Papa Giovanni XXIII: «Lì ho maturato quel desiderio di missione che da tempo portavo nel cuore – ha spiegato incontrando i cremaschi in visita –: il confronto costante con le sorelle e i fratelli mi ha permesso di capire che quello era il momento favorevole per partire. Così ho lasciato il lavoro e mi sono messa a completa disposizione della Papa Giovanni XXIII per un’esperienza missionaria. Non ho scelto io la destinazione, mi sono affidata in toto alla volontà di Dio».
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