L'ANALISI
17 Giugno 2016 - 14:51
Signor direttore,<br>
(...) vi sono comunità non italiane che a Cremona si muovono convintamente sulla strada dell’integrazione. Ogni comunità ha il suo passo, alcuni più veloce, per altri più lento. Noi che ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di loro e del loro lavoro per mantenere il livello di benessere raggiunto. Dobbiamo essere da quella parte ed incentivare ogni iniziativa che va nella direzione dell’accoglienza e dell’integrazione. Ed è per questo che bisogna sostenere la realizzazione della consulta del migranti come passo ulteriore verso l’integrazione.<br>
Mi ha colpito la vicenda dei profughi accolti in chiesa a Ventimiglia che dà concretezza a quella accoglienza chiesta a gran voce da papa Francesco che ha invitato gli uomini di chiesa ad aprire le porte ai migranti. E la dichiarazione del vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, è chiara e ferma. Infatti si è detto disposto anche ad accogliere le tende in un terreno del seminario, chiedendo alla Croce Rossa di pensare a pasti e assistenza e alla Protezione civile di allestire i servizi igienici. «Se vorranno uscire da qui usciranno per conto proprio, non perchè io li caccio» ha dichiarato.<br>
In queste ore sta rinascendo la polemica per un ulteriore possibile arrivo di altro 400 migranti nella nostra città. ‘Ma non ci sono più posti’ scrive al centro pagina il giornale locale. È questo un segnale che si dà prima di tutto alla popolazione ostile all’accoglienza. Non credo, personalmente, che non sia possibile trovare posti per 400 migranti su tutta la provincia di Cremona. I luoghi ci sono e le risorse economiche ed umane anche. Il problema semmai come denunciano le varie organizzazioni del terzo settore ed in particolare la Comunità Pachistana Cremonese sono i tempi biblici che la nostra burocrazia impiega per dare loro risposte precise circa i documenti che permettano loro di muoversi in Italia ed in Europa. Bisogna dunque lavorare su questi versanti e non incitare al respingimento. Nel 70° anniversario del Referendum che ha scelto la Repubblica e ha permesso alle donne di votare, non dobbiamo disarmare, anzi dobbiamo rilanciare quei valori ed interpretarli nel mondo di oggi. Complimenti dunque alla giunta Galimberti e a tutti gli altri sindaci che hanno compiuto questa scelta.<br>
Gian Carlo Storti<br>
(Welfare Cremona)<br>
La sua è una voce fuori dal coro formato da tutti coloro (e sono molti) che affermano che è insostenibile l’arrivo di altri migranti nel nostro territorio e in Italia in genere. Il problema dell’immigrazione ruota attorno alla seguente domanda: c’è lavoro per tutti?
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